“Se qualcuno immagina che lo Statuto della Regione Campania, sul quale Forza Italia ha ritenuto di non dover esprimere alcun voto in commissione, possa essere utilizzato a mo’ di passaporto ideologico della sinistra o a strumento di discrezionalità normativa a scopo di lucro politico, dovrà ricredersi. Lo afferma il capogruppo regionale di Forza Italia, Cosimo Sibilia, che continua: “Intanto ne chiederemo intanto il rinvio in Commissione”. Così il capogruppo di Forza Italia al Consiglio Regionale della Campania Cosimo Sibilia a margine della conferenza stampa convocata questa mattina a Napoli presso la sede del Coordinamento regionale per illustrare le ragioni della necessità di riscrivere buona parte del testo della bozza dello Statuto approdato in Aula dopo il via libera dato a maggioranza dalla commissione consiliare. “Il riferimento, nella parte relativa ai principi ispiratori, alla Resistenza e alle unioni di fatto, – ha spiegato Sibilia – costituisce infatti una chiara forzatura ideologica che tuttavia tradisce lo spirito della Costituzione della Repubblica. La Carta Costituzionale, infatti, non fa volutamente riferimento né alla Resistenza, in uno spirito di riconciliazione nazionale, né ad unioni alternative al matrimonio che minano di fatto alla base la solidità di un istituto invece costituzionalmente protetto”. “Ma è l’articolazione relativa all’organizzazione istituzionale, che porta Forza Italia a definire questo testo “Statuto degli sprechi”. Non solo, in disprezzo del principio di trasparenza e in barba alle polemiche sui costi della politica, non è stato previsto alcun efficace organismo di controllo, né di indirizzo né di gestione, dell’attività della Giunta, ma vengono previsti invece altri organismi costosi sulla cui necessità esprimiamo qualcosa di più di un dubbio. E’ il caso del Consiglio Regionale dell’Economia e del Lavoro, ad esempio, che appare ispirato più che altro ad una obsoleta cultura del dirigismo statale, del centralismo statalista, che speravamo invece superata in nome della modernizzazione, della sussidiarietà”. “Ma, mentre la Consulta delle Autonomie ha una qualche previsione costituzionale – conclude Sibilia – molte perplessità le nutriamo nei confronti della Consulta di Garanzia Statutaria, le cui funzioni avrebbero potuto trovare ben altra, più snella e meno onerosa attuazione magari ampliando le attribuzioni attualmente previste per il Collegio dei Revisori o prevedendo un istituto interno a costo zero. Riportare, dunque il testo in commissione ci pare quanto meno doveroso”.
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