Regione – Sanità: contro la crisi, le formule di Caiazzo

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Regione – Sanità, ridurre il numero delle Asl, centralizzare gli acquisti e avere maggiore coraggio nelle scelte: queste le formule con cui, secondo il consigliere regionale diessino Caiazzo, si potrebbe arginare il problema relativo al settore sanitario in Campania. “La nostra Regione per la Sanità riceve, dal Governo centrale, un trasferimento pro capite inferiore a quello di altre regioni italiane. Anche per il 2006 la Campania è ultima con i 1444 euro di quota pro capite contro una media nazionale di 1.508 euro. Questo nonostante siano stati previsti 850 milioni di euro in più”. Risulta, dunque, assolutamente necessario per il sistema campano, darsi uno scossone del quale dovrebbero rendersi promotori innanzitutto gli operatori sanitari. “Non è pensabile cambiare la sanità senza il protagonismo di chi ogni giorno opera nelle strutture ospedaliere e territoriali. La spesa sanitaria assorbe il 54% dei 12,7 miliardi di euro della finanziaria regionale 2006. Il settore sanitario presenta sbilanci, tra valori della produzione e costi, molto rilevanti, per una perdita di esercizio pari a 1,7 miliardi di euro nell’ultimo anno. Il peso maggiore arriva dalla spesa farmaceutica, seguita dall’assistenza ospedaliera. L’acquisto di beni e servizi incide in misura molto rilevante sulla spesa sanitaria locale: nel 2004 tale voce assorbiva circa il 64% dei costi di produzione del settore sanitario”. Dunque “…la centralizzazione degli acquisti rappresenta una soluzione a tale problema. Il sistema sanitario campano è malato, ma lo si può curare: occorrono il coraggio e la responsabilità delle scelte. E’ venuto il momento di ridefinire la funzione dei manager delle aziende sanitarie e ospedaliere i quali non si devono più occupare di appalti, di acquisto dei farmaci, dell’affidamento degli incarichi e delle consulenze ma dovranno occuparsi esclusivamente della direzione e dell’organizzazione efficiente dei servizi sanitari”. Ancora, per Caiazzo “… è necessario introdurre strumenti nuovi di controllo dei risultati e la totale pubblicizzazione delle scelte gestionali. Nella sanità campana c’è ancora molto da migliorare. La nostra regione detiene il primato della più alta percentuale di mobilità ospedaliera passiva. E’ il sintomo dell’urgente miglioramento qualitativo degli ospedali campani.. Se vogliamo ottenere miglioramenti dei servizi, tagliare gli sprechi, va ridotto il numero delle aziende sanitarie locali. A tale riduzione si deve accompagnare una differenziazione della gestione delle strutture ospedaliere da quelle territoriali che presentano problematiche organizzative e gestionali totalmente differenti. Promuovere comuni strategie di acquisto,individuare idonee procedure di gara e di appalto, selezionare adeguati strumenti di monitoraggio dei risultati ottenuti e adottare nuovi modelli organizzativi per la gestione dei bilanci, sono tappe fondamentali per migliorare le economie di gestione delle aziende sanitarie. Questi i compiti della Soresa, società alla quale la Regione ha affidato l’accertamento annuale della situazione debitoria del settore sanitario campano”. Inoltre “… è da migliorare il sistema ospedaliero che oggi copre il territorio regionale in modo disomogeneo con edifici spesso obsoleti sul piano strutturale e tecnologico e i costi di esercizio registrano valori molto al di sopra della media nazionale soprattutto per i presidi gestiti dalle ASL”. Un altro aspetto importante è quello del rapporto tra la politica e la sanità. “E’ opinione ormai diffusa che la politica non debba occuparsi della Sanità. Se per intervento politico si intende esclusivamente la mera gestione delle nomine della dirigenza non si può non convenire con tale affermazione. Dobbiamo sentirci portatori di un’idea, diversa e alta, del contributo che la politica può e deve offrire al tema della tutela della salute. Diritto alla salute significa avere una sanità pubblica universalistica che garantisca servizi e prestazioni, ma anche informazione e consapevolezza dei cittadini quali soggetti attivi delle scelte”.

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