Regione – Un sistema sanitario più efficace, che possa rispondere in maniera adeguata alle esigenze della popolazione e soprattutto possa garantire a pieno titolo il diritto alla salute senza creare pedisseque forme di priorità quando la posta in gioco è la vita. Un principio imprescindibile che mal si concilia, in alcuni casi, con un sistema regionale che finora non ha mascherato defaillance e che attende interventi migliorativi per rimettersi in regola e diventare competitivo. L’on. Angelo Giusto, a capo della V Commissione Sanità della Regione Campania ambisce ad una svolta. Un capovolgimento da operare attraverso piccoli passi che vedono gli albori in una nuova proposta di legge nazionale – accolta con favore dal consigliere della Quercia – diretta alla creazione delle cosiddette ‘Case della salute’: un’idea semplice per l’organizzazione di un sistema sanitario pubblico e partecipato. La sede pubblica in cui la comunità locale programma e organizza la promozione della salute e il benessere sociale e dove trovano collocazione in uno spazio fisico i servizi territoriali che erogano prestazioni sanitarie e sociali. E non è detto che ad una idea semplice corrisponda una facile realizzazione, ma una nuova sanità è possibile se ricostruita ‘dal basso’ pensando alla salute ‘come diritto della persona’. “Queste strutture – ha spiegato l’esponente diessino – sono destinate a migliorare la medicina sul territorio e l’assistenza ai cittadini. Potrebbero ricoprire un bacino di utenza di 20mila persone ed essere concepiti come la prima risposta ai bisogni dei cittadini che in molti casi non necessitano del ricovero ma solo di cure estemporanee. Il tutto anche per non caricare le strutture ospedaliere attraverso una domanda impropria”. Alcune case della salute sono già partite in molte regioni della penisola. “Il fine è mettere in pratica l’effettiva integrazione socio-sanitaria realizzando pienamente l’accesso alle cure primarie a livello nazionale. La Casa della salute potrebbe diventare la struttura polivalente in grado di erogare materialmente l’insieme delle cure primarie, di garantire la continuità assistenziale con l’ospedale, oltre che le attività di prevenzione. Nella nuova struttura, lavoreranno insieme il personale del distretto tecnico-amministrativo, infermieristico, della riabilitazione, dell’intervento sociale, oltre che i medici di base con il loro studio e gli specialisti ambulatoriali”.
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