E’ stato approvato nella seduta odierna dal Consiglio Regionale della Campania il Piano Regionale Ospedaliero 2007-2009. Angelo Giusto, presidente della Commissione Regionale Sanità è chiaramente soddisfatto: “ L’importanza dell’atto in questione non risiede soltanto nella mole di previsioni che il Piano comprende, dirette a regolamentare uno dei settori nevralgici della vita sociale, ma anche nell’essenzialità che il Governo nazionale assegnava a tale adempimento. Occorreva intervenire per contenere i costi razionalizzando l’organizzazione dei servizi di tutela della salute, coniugando tali indispensabili interventi con l’innalzamento della qualità dell’assistenza erogata. Il Piano Ospedaliero oggi votato non presume di dare risposte esaustive e tanto meno valide per oggi e per sempre, anzi, l’intento era di costruire uno strumento dinamico, plasticamente adattabile alle esigenze emergenti dal territorio che non sono immutabili”. Nella fattispecie, continua Giusto, “il Piano poggia il suo impianto su alcuni principi base: modello focalizzato sul percorso assistenziale del cittadino, determinazione del principio di autosufficienza territoriale con riferimento al bacino provinciale, realizzazione di un più razionale modello di assistenza ospedaliera mediante il ricorso ad una struttura “a rete” dei servizi sanitari, integrazione ospedale-territorio, equità di accesso ai servizi sanitari per tutti i cittadini e dunque determinazione dei fondi da ripartire alle AASSLL in base alla definizione di una quota sanitaria uguale per ciascun cittadino avente diritto, corretta in ragione di variabili dipendenti da particolari caratteristiche del territorio quali la residenza nelle isole o nei territori di montagna”. Come è noto il Piano, è stato approvato con il voto favorevole della maggioranza che appoggia la Giunta Bassolino, e il voto contrario della Cdl. Per il Presidente della Commissione Sanità, il modello a rete delle prestazioni sanitarie ha come valenza sul territorio – considerato nella sua dimensione provinciale una “rete” all’interno della quale possano trovare accoglimento tutte le richieste di assistenza, e al livello migliore: il paziente in emergenza, dopo un primo approccio terapeutico nel presidio più vicino, deve essere trasportato là dove potrà essere curato meglio. E’ illusorio pensare che si è maggiormente garantiti da strutture sanitarie collocate “sotto casa”: le strutture sanitarie “sicure” sono quelle dove i reparti funzionano bene, e per funzionare bene le prestazioni devono essere frequenti: un medico che eroga cinque prestazioni all’anno diventa un cattivo medico, perché poco collaudato”. Il precedente Piano Ospedaliero fissava un rapporto di 5.2 posti letto per mille abitanti con un contestuale riequilibrio di posti letto fra le province campane ed una media attuale del 3,8/1000 cui va sommato l’1,06/1000 nella riabilitazione. Da considerare anche, l’obbligo alla riconversione di posti letto destinati a specializzazioni che si attestano sotto la soglia del 75% e l’obbligo di ampliamento dei posti letto il cui utilizzo sale oltre il 95%. il Piano attuale abbatte questo rapporto fissando 4.2 posti letto per mille abitanti e prevedendo tra l’atro che il tasso di utilizzo per ciascun posto letto non possa scendere al di sotto del 75% su base annua. Per Giusto, “Se questo accade i posti letto devono essere riconvertiti, a vantaggio di quei reparti oberati da liste d’attesa lunghissime. In tal modo si opera a vantaggio del cittadino e si mette un fermo alla cattiva abitudine di mantenere tanti primari senza pazienti. Ai Direttori Generali, rispettando l’autonomia gestionale che la legge assegna, verrà chiesto conto del loro operato: la contabilità delle Aziende deve essere in ordine e controllata. Non ci possiamo permettere più sprechi. I manager che non rispetteranno gli obiettivi fissati dalla Regione verranno rimossi. E’ indispensabile dare spazio al merito e premiare chi lavora bene”. Infine conclude Angelo Giusto, il Piano, “ha inteso garantire una assunzione piena, da parte delle Istituzioni, del dovere e della responsabilità di dare una risposta esaustiva alla pretesa di Diritto alla Salute posta dai cittadini – assumendo il “beneficio sociale” tra gli elementi da considerare nell’analisi della gestione delle Aziende della salute. Questa logica impegna contestualmente, le Istituzioni medesime, a farsi carico della necessaria azione di controllo rispetto alla piena attuazione di tale Diritto alla Salute, consapevoli della permanente validità del Patto sociale che nella delega ai rappresentanti politici trova la sua massima espressione.”
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