Regione – Ancora fibrillazioni: De Mita blocca, Mastella avverte…

La nomina della presidenza dell’Iacp di Benevento, che secondo voci, dovrebbe essere affidata ad un familiare o ad un fedelissimo di Mastella, è al centro di una nuova telenovela alla Regione Campania. La “richiesta” dell’Udeur non è stata “digerita” dal leader della Margherita, Ciriaco De Mita che al telefono aveva invitato Bassolino a rinviare l’argomento delicato. Gli assessori del Fiorellino, al momento della discussione sono usciti dalla giunta mandando su tutte le furie sia il segretario regionale del campanile Fantini che Clemente Mastella. Il leader di Ceppaloni, serafico ha prontamente avvertito: “ Si tratta di un gesto di grande irresponsabilità. Loro mi creano ostacoli? Io li farò a Roma”. Poi riferendosi a De Mita “ Lui vuole tutti dipendenti e ossequiosi: si pigliassero tutto, Ministri, Senato, Camera, case dei miliardari e case popolari…ma dopo il 28 aprile …dovranno fare i conti con me…”.La seconda crisi nel corso dell’anno ha tenuto banco tra gli addetti ai lavori: dopo le nomine dei manager e all’Ept, il caso Benevento e la diaspora tra la Margherita e l’Udeur crea un nuovo caso di frizione a Santa Lucia. Tutto è rinviato a martedì con l’incontro dei segretari regionali dell’Unione. Il giorno dopo la seduta di giunta con le nomine. In particolare , la presidenza Iacp e l’Asl di Benevento che doveva essere dei Ds e invece potrebbe toccare alla Margherita che ha richiesto, tra l’altro, anche il candidato sindaco nella città delle streghe. Le fibrillazioni in atto, probabilmente per spirito…di squadra alla fine scompariranno grazie alla mediazione della Quercia che sembra rinunciare ad una carica nel campo sanitario. Restano in piedi, nonostante i tarallucci e vino, le ripercussioni sull’opinione pubblica che sarà chiamata al voto il prossimo 28 maggio per il rinnovo dei consigli comunali. In particolare, il capoluogo partenopeo è al centro delle attenzioni dei big e delle attese dei tanti delusi dal voto del 9 e 10 aprile. E’ facile immaginare, con le attuali premesse, che saranno due mesi di fuoco e di grande lavoro per le diplomazie dei partiti.