Regionali, per De Luca e il Pd quale piazza del Plebiscito sarà quest’anno?

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“Si sono presentati con uno schieramento che fa paura… Noi voltiamo pagina, loro che volevano rinnovare hanno avuto lo stomaco di presentarsi tutti insieme, con De Mita, Cirino Pomicino, Cosentino… questi sono i rinnovatori che ci propongono”.

Pensieri e parole – o meglio urla – di Vincenzo De Luca, candidato presidente per la coalizione di centro sinistra dai confini allargati in Campania.

Era la primavera del 2010, esattamente cinque anni fa, quando il sindaco decaduto di Salerno lanciava strali da palco di piazza del Plebiscito a Napoli all’indirizzo di Stefano Caldoro e dei suoi avversari alle Regionali.

Evidentemente qualcosa è cambiato da cinque anni a questa parte.

A partire dal giudizio sul leader di Nusco che fino a qualche anno fa per De Luca rappresentava “… il male assoluto della Campania” e oggi invece diventa “… il libero contributo di persone che condividono il programma”.

Ad onor del vero, c’è da dire che lo stesso De Luca ha creduto in una intesa con De Mita fino all’ultimo secondo utile, anche quando i leader nazionali dello scudocrociato avevano ormai dato per certa la discesa in campo in favore del Governatore uscente Caldoro.

Ci si chiede però, per De Luca come sarà tra qualche settimana piazza del Plebiscito?

A guardare bene le liste che appoggiano il sindaco-sceriffo ci si accorge subito che quella di De Luca è una coalizione mista guidata da un leader trasversale e populista e comprendente, oltre ai democratici, spezzoni fittiani, pellegrini di Predappio, ex cosentiniani.

Francesco Todisco
Francesco Todisco

Parliamo della stessa coalizione che ha negato un posto nella lista Pd a Francesco Todisco – riferimento della sinistra Pd irpina –, ad esempio, salvo poi imbarcare soggetti che di ‘sinistra’ avrebbero ben poco da dire, come Carlo Aveta, consigliere regionale eletto nel 2010 nella lista di Francesco Storace e ritratto tempo fa sulla tomba di Benito Mussolini, o Antonio Amente, ex sindaco di Melito e padre di Mafalda, consigliere regionale ricandidata in Forza Italia, o ancora Alfonso Piscitelli, sindaco di Santa Maria a Vico nel casertano, il paese natale di Enzo D’Anna, il deputato cosentiniano che da tempo ha dichiarato fedeltà a De Luca.

L’IMBARAZZO TRA I DEMOCRATICI – E’ noto come dopo 48 ore dalla presentazione delle liste, tra i democrats campani non tiri aria troppo tranquilla, su alcuni nomi in lista (dopo Rosaria Capacchione lo ha fatto notare la collega parlamentare Camilla Sgambato) e sull’alleanza last minute tra De Luca e De Mita.

de luca tartaglione-pd-campaniaSi prenda ad esempio la segretaria regionale del Pd Assunta Tartaglione che, interpellata dai cronisti ad Ercolano, rimarca come “… l’accordo non è stato fatto dalle segreterie dei partiti ma è stato dell’ultimo minuto. Ci auguriamo che questo accordo possa essere un valore aggiunto. Speriamo”. Inutile negarlo: è comunque una presa di distanza.

Ma un altro punto dolente sono le liste. Prendi un post di Antonio Bassolino su Facebook: “Leggo i giornali napoletani e mi gira la testa. Vedo anche diversi nomi discutibili e a rischio e la febbre risale”.

Valeria Valente, deputata Pd, rimane invece critica. “Sebbene l’apparentamento sia prerogativa del candidato presidente sconcerta il modo in cui nelle ultime ore sia maturato l’accordo con l’UdC. Intanto per il modo con cui la scelta è stata presa. Escludendo nei fatti, viste anche le dichiarazioni della segretaria regionale del Pd, il principale partito della coalizione da ogni valutazione di opportunità politica. Modi e tempi – aggiunge la componente dell’ufficio di presidenza della Camera – che lasciano apparire questa come una decisione, da parte dell’Udc, più dettata da opportunismo che da una precisa scelta di campo. E per questo rischiano di essere decisioni poco convincenti”. E i dubbi rimangono: “De Luca nelle prossime ore dovrà essere convincente con il nostro elettorato, prima ancora che sul suo grado di autonomia nel comporre la futura squadra di governo”.

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