Rapine in banca, 13 arresti: i dettagli dell’operazione

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Avellino – E’ di tredici arresti, sette di cui in Irpinia, il bilancio della maxi operazione portata a termine dai militari dell’Arma del Comando provinciale dei Carabinieri di Avellino che ha segnato la fine delle attività criminose di una organizzazione dedita alle rapine in tutta Italia. Oltre 100 i militari – da Avellino, Foggia, Potenza e Arezzo – impiegati per gli arresti.
Stamane presso il comando provinciale di Avellino, il procuratore capo di Ariano Irpino D’Emmanuele con il colonnello Giovanni Adinolfi e i vertici dei carabinieri irpini hanno illustrato i dettagli delle attività investigative.

Nell’elenco degli arrestati figurano il pregiudicato Massimiliano Lionetti di Cerignola (FG), Biagio Murno, pregiudicato di Moliterno (PZ), Mario Solimene, pregiudicato di Trevico, Antonio Murno, pregiudicato di Moliteno (PZ), Paolo Paradiso, pregiudicato del foggiano e già recluso presso il carcere di Pisa, Lorenzo Guida di Carife, Giuseppe Napolitano di Carife, Rocco Carlo D’Ambrosio di Carife, Gerardo Raffaele Rigillo di Scampitella, Franco Muscaritolo, pregiudicato di Vallata, Vincenzo Turi di Stornara (FG), Antonio Salvatore, pregiudicato di Carife e Luciano Gianquitto, sannita ma residente a Monte San Savino nell’aretino.

Le indagini hanno accertato che il gruppo si era reso responsabile di tre rapine avvenute rispettivamente il 14 agosto presso l’Ufficio Postale di Vallesaccarda, il 26 settembre presso la Banca Popolare di Novara filiale di Scampitella ed il 6 ottobre presso l’Ufficio Postale di San Nicola Baronia.

Il gruppo operava con una collaudata tecnica consistente nel sopralluogo dell’obiettivo effettuato anche diversi giorni prima; furto o ricettazione di una piccola autovettura rubata da utilizzare per compiere la rapina; utilizzo di almeno tre macchine; uso di passamontagna per l’azione vera e propria; una autovettura pulita per avvicinarsi all’obiettivo, una rubata per compiere l’assalto finale e l’altra pulita per “esfiltrare” abbandonando le armi ed il bottino sull’altra auto pulita; utilizzo di specifiche competenze manuali degli associati; a seconda dell’obiettivo veniva impiegato nel ruolo esecutivo chi aveva una particolare abilita, ad esempio la. capacità di effettuare la cosiddetta ‘spaccata’, ovvero l’utilizzo di taglierino, minaccia con armi, forzare porte blindate.

Gli arrestati, secondo quanto appurato dall’attività coordinata dal Proc. Capo Luciano D’Emmanuele della Procura di Ariano Irpino, erano in procinto di mettere a segno due rapine a Bisaccia e a Monte San Savino (AR).

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