“Il futuro è nelle vostre mani, nelle mani di voi giovani: soltanto se avete appreso la lezione del passato possiamo sperare che le difficoltà future saranno superate. Non date retta ai duci cialtroni che ogni tanto si fanno avanti e che dicono ci penso io, non è vero. Le difficoltà si superano solo e soltanto con l’aiuto di tutti”.
E’ la preziosa lezione che ci ha lasciato Piero Terracina, scomparso due giorni fa, all’età di 91 anni. Terracina è stato uno degli ultimi sopravvissuti italiani ad Auschwitz, dove furono assassinati oltre un milione di esseri umani, e ha dedicato la sua intera esistenza al ricordo e alla memoria. “Nel lager – diceva – non avevamo più un nome, ma eravamo diventati dei numeri, dei pezzi. Ogni giorno, al momento della sveglia, pensavamo a quanti di noi sarebbero sopravvissuti fino a sera”.
Terracina era nato nel 1928. Espulso dalla scuola per le “leggi razziali” del regime fascista, a 14 anni fu deportato ad Auschwitz. Nel campo di sterminio morirono i genitori, due fratelli, una sorella, un nonno e uno zio.
“Oggi dovrò raccontavi l’inferno creato dagli uomini sulla terra – diceva ai giovani, agli studenti, prima di ogni lezione – come disse mio padre: qualsiasi cosa accada restate uomini e non perdete la vostra dignità”.