Quattro euro all’ora, pranzo sul banco di lavoro e un solo bagno: l’Irpinia “scopre”il caporalato

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VALLO LAURO- Quattro euro all’ora, pasti consumati sul banco dove lavoravano, un solo bagno che serviva per i dieci operai, sette dei quali in nero. E’ la condizione in cui erano costretti a lavorare dieci operai, di cui sette in nero, scoperti nell’ennesimo blitz congiunto scattato nel Vallo di Lauro da parte degli agenti del Commissariato di Ps di Lauro, agli ordini del vicequestore Elio Iannuzzi, dei militari del Gruppo di Avellino agli ordini del maggiore Silverio Papis e della Tenenza di Baiano agli ordini del luogotenente Francesco Senatore. Le indagini sono coordinate dalla Procura della Repubblica di Avellino, coordinate dal Procuratore Domenico Airoma, il sequestro e’ stato disposto dal pm Lorenza Recano. La seconda operazione scattata in pochi giorni. Un vero e proprio sfruttamento dei cittadini extracomunitari e del favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Nel capannone industriale all’interno del quale era allestito un opificio tessile c’era l’attività gestita da due cittadini originari del Bangladesh che avevano alle proprie dipendenze 10 cittadini extracomunitari, di nazionalità indiana e bengalese, risultati regolari sul territorio nazionale. Dagli accertamenti, però è risultato che solo 3 dei cittadini extracomunitari identificati come dipendenti dell’opificio, erano assicurati e con regolare contratto di lavoro, mentre gli altri 7 risultavano completamente “a nero”. L’attività, che ha avuto origine da
alcune segnalazioni giunte al Commissariato di Pubblica Sicurezza in merito all’anomalo affollamento di
cittadini extracomunitari presso alcuni immobili acquistati da cittadini del Bangladesh e che ha condotto, quindi, ad
ipotizzare I’esistenza di opifici abusivi che potevano impiegare e sfruttare gli stranieri, ha fatto emergere le pessime condizioni igienico sanitarie all’interno dello stabilimento. Lavoravano in condizioni palesemente non conformi a quanto previsto dai contratti collettivi nazionali. L’opificio, sottoposto a sequestro, non è risultato conforme alle basilari norme sulla sicurezza del lavoro, come attestato dall’ufficio Tecnico del Comune di Domicella,essendo emerse gravi carenze rispetto alla normativa antincendio; tutti gli scarti tessili, inoltre, venivano ammucchiati e non smaltiti secondo le normative vigenti. Pertanto, i datori sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Avellino per il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. E’ stata comunque proposta la sospensione dell’attività imprenditoriale al competente Ufficio dell’lspettorato del Lavoro di Avellino.