Avellino – La conferenza provinciale su salute e sicurezza del lavoro nell’industria e nell’artigianato, ha chiuso l’intensa giornata di appuntamenti a Palazzo Caracciolo. L’incontro conclusivo, promosso dal Tavolo di parternariato della Regione Campania, ha rappresentato oltre che un momento di dialogo tra i rappresentanti dei sindacati, dell’industria e delle istituzioni, una tappa fondamentale di avvicinamento alla Conferenza Nazionale sulla sicurezza sul lavoro di Napoli del 25 e 26 gennaio. Tocca al presidente del Tavolo di parternariato economico e sociale, l’ex sindaco i Salerno Mario De Biase aprire il meeting di Piazza Libertà, che individua tre punti di intervento: rivisitazione delle norme esistenti, in particolar modo della legge 626, repressione del lavoro sommerso e formazione. Quest’ultimo punto in particolare, accoglie i favori di tutti i membri del tavolo di discussione, emergendo come principale punto di incontro tra le parti. “La formazione – spiega De Biase – è il punto di partenza per la creazione di un’eticamente corretta cultura del lavoro”. Una necessità, quella della formazione, avvertita anche dai sindacati, che tramite i loro segretari, lamentano una carenza di conoscenze e competenze a più livelli che, inevitabilmente, incidono in maniera negativa sulla sicurezza sul lavoro. “La formazione – dice il segretario regionale dei metalmeccanici Uil Giovanni Sgambati – deve partire dal basso, dalle scuole medie, con l’educazione civica. Non possiamo attendere che il ragazzo entri nel mondo del lavoro, a 26-27 anni. Per formarlo è troppo tardi”. Non è stata solo la formazione professionale e sociale a tenere banco. La presidente della Provincia Alberta De Simone concentra il suo intervento sulla necessità di avere la “…massima trasparenza negli appalti e nella gestione dei pubblici uffici. Inoltre le misure di sicurezza da predisporre in un cantiere hanno un costo che molto spesso la ditta che si aggiudica l’appalto non è in grado di sostenere”. La numero uno di Palazzo Caracciolo punta il dito in particolar modo contro il principio di massimo ribasso: “Con questo sistema le aziende si aggiudicano gli appalti ad un prezzo irrisorio e, pur di realizzare il lavoro, sono costretti a destinare i soldi per la sicurezza ad altri campi di intervento”. Formazione e nuove norme, questo dunque il punto di partenza con il quale si arriverà alla conferenza nazionale di Napoli per affrontare un problema che, specialmente in Campania, raggiunge cifre impressionanti. A livello nazionale: “Un milione di casi l’anno, 1250 morti e 25mila mutilati”. Queste le cifre lette da De Biase. Il segretario provinciale della Cigl Ruggiero Cutillo rincara la dose, insistendo sulla necessità della repressione del lavoro nero e minorile, ricordando come “… almeno 200 mila casi l’anno sono taciuti a causa di lavoratori non regolari, immigrati, minorenni e donne costrette a far passare per incidenti domestici episodi avvenuti sul luogo di lavoro, a causa di imprenditori tiranni”. Con queste cifre e con queste proposte si arriva alla conferenza di Napoli, sperando che il lavoro svolto nei meeting di avvicinamento provinciali funga da solida base di partenza per l’organizzazione di un piano di intervento condiviso e efficiente. L’assessore regionale Enzo De Luca intervenuto all’incontro, ha anticipato che la prossima settimana inizierà la discussione sul disegno di legge regionale sulle opere pubbliche. Tra i tanti punti da prevedere, quello della premialità come incentivo per le imprese che tutelano la sicurezza.
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