Provincia – Osa, il giorno dopo la protesta (in fermo stato di reclamo c’erano ieri davanti all’Ente Provincia i sindacati Cgil, Cisl e Uil e gli operatori socio assistenziali impegnati nel progetto), arriva da Palazzo Caracciolo la nota di chiarimento e rammarico dell’assessore alle Politiche sociali, Antonio Petoia.
Che commenta così l’accaduto: “Una strumentalizzazione inutile e dannosa operata dai sindacati in merito agli impegni presumibilmente assunti dall’amministrazione provinciale”.
Pomo della discordia, la tipologia del contratto di lavoro verso cui la Provincia “ha sì manifestato la propria disponibilità politica ad eventuali possibilità di soluzioni diverse del rapporto di lavoro con il coinvolgimento dei capigruppo consiliari, ma allo stesso tempo si era riservata di fare approfondire la problematica dai competenti uffici per una verifica tecnica del possibile percorso”. L’esponente della Giunta De Simone non ci sta all’affondo e sottolinea la sensibilità per le politiche sociali ed occupazionali “da tempo dimostrate dall’Ente con l’impegno di consistenti somme del Bilancio corrente e in controtendenza anche rispetto alle Finanziarie che hanno sempre previsto tagli e limitazioni sui bilanci degli Enti locali soprattutto in materia di spese al personale”.
“Politicamente – continua Petoia – la maggioranza dell’Ente ha voluto portare avanti un progetto che contemperasse le esigenze collegate al diritto allo studio degli studenti diversamente abili con le esigenze ed aspettative occupazionali del territorio provinciale.
Il servizio ha inoltre permesso di evidenziare il notevole bisogno degli studenti, considerato l’incremento di presenze di diversamente abili negli Istituti Superiori negli ultimi cinque anni, che da quaranta unità hanno superato le quattrocento”. Rispetto ad un impegno così forte, dunque, l’Ente numero uno parla chiaro: “Sicuramente non si può tenere in considerazione una ipotesi di sospensione delle procedure atte a garantire l’avvio dei servizi così come richiesto dalla nota del sindacato, ipotesi che sicuramente non mira a tutelare né i disabili né gli operatori”. Ma ecco da Palazzo Caracciolo i chiarimenti tecnici del caso. Punto primo: il servizio di assistenza ai disabili nelle scuole di istruzione secondarie di secondo grado rappresenta, nelle attribuzioni della Provincia, una competenza riferita a contenuti specialistici e non di mera assistenza materiale. Nella fattispecie, il rapporto di collaborazione continuativa e coordinata su programma rappresenta per l’Ente Provincia la sola condizione possibile per l’avvio di tale servizio e per l’impegno in tale attività di questi lavoratori. Punto secondo: altre tipologie contrattuali richiederebbero per la Provincia la sussistenza amministrativa oltre che contabile di presupposti che non sono registrabili sul piano giuridico.
In particolare, si legge nella nota esplicativa: “Il rapporto di lavoro a tempo determinato o indeterminato richiede il preventivo riscontro delle relative e corrispondenti posizioni in organico nelle rispettive dotazioni dell’ente ed anche ove tanto fosse realizzato le procedure d’accesso per la copertura di detti posti dovrebbero essere completamente diverse dalla selezione che conduce al reclutamento di personale per l’instaurazione di rapporto di collaborazione su programmi o progetti”. Infine, un’ultima considerazione chiama in causa patto di stabilità e normativa nazionale: “Nel rispetto delle sanzioni scaturenti dagli obblighi legati al patto di stabilità, non è possibile instaurare rapporti di lavoro a qualunque titolo per le condizioni date nella situazione finanziaria dell’Ente”. Le richieste di parte sindacale, tra l’altro, non troverebbero alcun riscontro positivo nella normativa sui limiti di spesa riferiti al personale.
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