“Potete ingannare tutti per qualche tempo e qualcuno per sempre, ma non potete ingannare tutti per sempre”. Potrebbero essere proprio le parole di Abramo Lincoln la migliore risposta al video diffuso due giorni fa dall’ex sindaco Gianluca Festa per comunicare la scelta di rinunciare all’udienza preliminare per andare direttamente al processo. Basterebbero anche le decine di commenti che su questa pagine e anche altrove sono stati destinati alla comunicazione del “sacrificio” in nome della giustizia e della verità di Gianluca Festa. Ma non avremmo reso un servizio alla comunità. Quello di fare chiarezza. Sia dal punto di vista politico, che affascina poco chi scrive, che da quello giudiziario, che senza pretese o immodestia mi vede più preparato, quantomeno per esperienza. Partiamo da un dato. La scelta di Festa è palesemente orientata da un unico obiettivo. Quello politico. Lo dimostra il fatto che abbia scelto di rinunciare all’udienza preliminare in concomitanza con l’ annuncio della candidatura alle Regionali. Quasi una “patente” di presunto innocente (per lui come per ogni imputato vale sempre la presunzione di innocenza) pronto da servire al centrodestra e a quanti nella stessa coalizione gli avevano dato dell’ impresentabile per convincerli della sua credibilità. Considerata la sua presunta propensione a facilitare tutti gli esami o se vi piace di più qualsiasi procedura concorsuale, anche in questo caso qualcosa non torna. Ci arriviamo a breve. Non prima di segnalare come a riscontro che si tratti di un fatto più politico che di giustizia, c’è anche la nota diffusa, sempre per conto di Festa, dal suo legale, l’ottimo avvocato Luigi Petrillo, lo stesso che per mesi ha ritenuto deprecabile la prova mediatica, invocato ed esultato per avere finalmente un giudice terzo (evidentemente voleva dire tre giudici, alla luce della scelta) e invitato a rifuggire dalla “piazza” , visto che l’ unico luogo sacro è il Tribunale. Una critica in difesa del giusto processo e contro il populismo giudiziario. Non so che ruolo avrà nella sorta di dopo festival annunciato dal suo assistito, conoscendone lo stile immagino nessuno, ma nella nota diffusa per annunciare la scelta del giudizio immediato ha scritto: “Affidandosi al sereno ed imparziale giudizio del Tribunale di Avellino, il Dott. Festa intende, anche, offrirsi al controllo di quanti lo hanno sostenuto e lo sostengono politicamente, auspicando che emerga la limpidezza della sua azione amministrativa, pesantemente ed
ingiustamente messa in dubbio dalle imputazioni a lui mosse – in buona parte già ridimensionate dalla Suprema Corte di Cassazione – e che verranno tutte affrontate nella certezza di dimostrare la sua innocenza”. In un contesto giuridico se non è una nota stonata non so a quale altro sinonimo poter ricorrere. Veniamo alla pubblicità ingannevole sul fronte giudiziario. “Non voglio che questa inchiesta magari termini per un vizio formale”. E’ la prima enormità. Anche perché, mi permetterà di abusare della sua pazienza il penalista Petrillo, lui stesso aveva detto “quod non est in actis non est in mundo” riferendosi alla presunta nullità delle intercettazioni, pure ventilata prima che fossero depositate le motivazioni della Cassazione. Quindi se per qualsiasi motivo le intercettazioni dovessero venire meno nella fase ancora in corso, immagino che non ci sarebbe nulla negli atti da cui difendersi. Questo sulla base dello scenario, che è sostanzialmente questo. Festa non vuole che il processo venga privato di nessuna fonte di prova, in primis le intercettazioni (anche perché forse avrà già previsto che il Collegio ne ammetterà l’ascolto in aula o sempre nel famoso dopofestival) e quindi salta l’udienza Gup. Ma ha già per caso chiaro che alle questioni di inutilizzabilità davanti al Gup rinunceranno anche tutti gli altri imputati? Allora non proporrà la sua difesa né in sede di eccezioni preliminari né dopo la trascrizione delle intercettazioni una eventuale questione di inutilizzabilità (che giusto per ricordarlo non è stata valutata dalla Cassazione) ? Ma se ci sono delle fonti di prova inutilizzabili, perché attendere che si vada al dibattimento quando la norma prevede che possano essere valutate anche in sede di udienza preliminare? Non é che si teme il contrario, ovvero che l’arma in mano alla difesa non superi il vaglio dell’udienza Gup e arrivi depotenziata al dibattimento? Tra questa prospettiva e lo smontare rigo per rigo tutta l’inchiesta, come ha ricordato Festa nel suo messaggio, ci sono molte incongruenze e anche qualche inverosimile scenario. Anche perché per quanto distinta la sua posizione, nel caso venisse riconosciuta una qualsiasi illegittimità delle operazioni per gli altri indagati, vi sarebbero effetti anche sulla sua posizione, quando il processo sarà riunito. Visto che finalmente sapremo la verità e che si parla di smontare qualcosa pezzo per pezzo, ci sovviene che da mesi stiamo chiedendo quello che ha smontato il 5 marzo nel suo ufficio che fine abbia fatto e soprattutto come ha trascorso la giornata del 13 dicembre 2023, cosa ha consegnato alla processione di amici e famigli quel giorno. Questa verità finalmente la sapremo, anche perché almeno per ora, nonostante dal settembre 2024 Festa imperversi ovunque e abbia rilasciato fiumi di dichiarazioni (altro che per un anno e mezzo una sola versione) a queste due domande non ha mai risposto. Aerre
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