Promozione – Solofra: Meriano suona la carica

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Ha recuperato da lungo infortunio. È uno degli uomini che più di ogni altro vive e sente la maglia del Solofra come una seconda pelle. Giuseppe Meriano, centrocampista irpino di Castelvetere, ex capitano della Berretti dell’Avellino a metà anni novanta, è oggi più che mai uno dei cardini a cui Santosuosso si affida in questo delicato finale di stagione per provare a centrare il miracolo. Con Meriano parliamo del presente e del passato. “Per me Solofra è come una seconda casa, dice il gladiatore irpino, con questa società ho conquistato la serie D qualche anno fa, qui sono tornato appena me lo hanno chiesto, di corsa”.
Un passato dolce ma anche amaro da ricordare: “Di sicuro il campionato vinto con Esposito è vivo dentro di me. Più che mai. Oliva, Della Rocca, e poi quelli che non giocano più qui, Caruso e D’Amico, oggi rispettivamente a Nola e con l’Ippogrifo Sarno, sono non solo compagni di squadra ma grandi uomini e grandi amici. Giocherei con loro fino a 40 anni se potessi, ti danno sicurezza e sono una garanzia per queste categorie”.
Ma parliamo anche della serie D…
“Io sono stato uno dei pochi che ha avuto la fortuna di poterci giocare dopo la promozione, seppur un solo anno e utilizzato meno di quanto avrei sperato. Altri miei compagni meritavano di giocarci, il capitano Pasquale Oliva, lo stesso Dario Della Rocca, e poi Carmine D’Amico perchè dimenticarlo che fu spedito a Sarno dove in tre anni ha fatto la fortuna dell’Ippogrifo”.
Cosa accadde… Fu smantellata una squadra che sarebbe costata la metà rispetto a quella dei vari Manzi, Sgambati e Tortora… Una squadra che con due o tre puntelli si sarebbe di certo fatta onore…
“Non siamo stati tutelati. Per niente. Meritavamo di farla noi, e quando dico noi dico tutti insieme, quella serie D. Non si sfascia un gruppo fantastico, e Solofra non sarebbe affondata come è accaduto, la società sarebbe rimasta in orbita.
Inutile spendere migliaia di euro per poi capire a dicembre che tutto era finito, che il sogno era sfumato. Parliamoci chiaro. Stipendi non pagati, giocatori non motivati. Una gestione improvvisata che alla fine Solofra calcistica ha pagato caro, e lo dico con il cuore, perchè se siamo retrocessi per ben due anni di fila è per le spese folli di quell’anno. In serie C non ci saremmo mai andati, il Marcianise era irraggiungibile, in tre anni invece, con oculatezza, avremmo programmato. Oggi saremmo ancora in D, non ho dubbi su questo”.

Il presente si chiama Promozione… Ripartire dal fondo non è mai facile…
“Per quanto mi riguarda sono per certi versi rinato. Tanti infortuni, un periodo difficile perchè quando non stai bene perdi la fiducia. Con Santosuosso a 31 anni ormai quasi compiuti, li farò il prossimo 9 febbraio, mi sento di nuovo carico, spero di poter riportare almeno Solofra in Eccellenza, di contribuirvi da protagonista, la D per ora è un sogno, che resta tale, ma chissà…”.
E questo campionato, come lo vedi, siete partiti male, è davvero finito?
“Difficile dirlo, i numeri dicono di si. L’Hirpinia è fortissima, va come un treno. Ma noi ci proveremo, fino all’ultimo secondo”.

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