Progetto Verde Pubblico, dopo mesi di reclami, incontri e infine l’ok dell’Esecutivo di Piazza Libertà, manca solo il lasciapassare di Palazzo Santa Lucia per tornare a lavoro. Ma solo per 5 o 6 mesi al massimo, secondo quanto previsto dagli ultimi calcoli basati sui circa 495.963 mila euro di finanziamento residuo atteso dalla Regione Campania. Un avanzo che si rischiava di perdere a vantaggio di altri lidi, in caso di mancata tempestiva richiesta di rifinanziamento, resa possibile grazie all’emendamento presentato dal consigliere del Fiorellino Mario Sena alla Finanziaria regionale (la proposta è stata recepita dal Consiglio Regionale e per fine anno dovrebbe essere approvata. Nel dettaglio, è previsto che le amministrazioni provinciali e le Comunità montane, che hanno utilizzato finanziamenti provenienti dal Ministero all’Ambiente, attraverso assegnazioni regionali per Piani Triennali di tutela ambientale, possano programmare progetti di prosecuzione delle stesse attività attinenti al ramo). Una cifra in realtà già a priori destinata al progetto biennale il cui budget iniziale (fondi Cipe) era stimato intorno ai 2 milioni di euro. Ma lo scoccare della seconda biennalità, lo scorso 19 ottobre, ha portato all’interruzione del progetto, al ritorno a casa dei lavoratori, nonostante un quarto del finanziamento ministeriale fosse ancora disponibile per proseguire i lavori. Grazie all’impegno delle forze lavorative e sindacali, all’intervento dell’Ente di Palazzo Caracciolo (anche se, come ricordano i sindacati, ci sarebbero voluti circa 290 giorni per vedere accolte le richieste), e infine all’attesa autorizzazione regionale, un risultato, anche se parziale, pare stia per essere incassato. Non la speranza per la vita, ossia un posto di lavoro stabile e duraturo, oggi orizzonte sempre più lontano per i più. Ma almeno, la possibilità di sfruttare a pieno tutte le risorse disponibili, sia umane che economiche. Mesi in più di lavoro che forse potrebbero anche vedere emergere una soluzione alternativa alla prossima scadenza. Ma, intanto, cosa è stato fatto, e da chi? Il progetto ‘Valorizzazione Risorse Ambientali Territorio Provinciale: Verde Pubblico Comuni di Avellino e Atripalda’ ha visto come fronti di lavoro Pineta Sessa e la Biblioteca provinciale di Avellino. “Un lavoro eccellente – spiega il segretario della Filca Cisl, Mario Melchionna – che ha visto impegnati sul campo gli addetti ai lavori in operazioni di edilizia e forestazione. Forse oggi i risultati non sono del tutto visibili dato che il tempo trascorso dalla cessazione delle attività ha riportato i sentieri interni allo stato brado. Ma tutte le 27 unità sono state appositamente formate in ambito di ingegneria naturalistica, hanno fatto pratica sui cantieri e poi sono passate alle mansioni previste”. Oltre alle venti maestranze, il progetto si avvale di altre sette figure professionali delle categorie tecnici e impiegati: due geometri, 1 agronomo, 2 avvocatesse, e 2 ragionieri, rientranti in una fascia di età media che va dai 25 ai 35 anni. Le loro mansioni: ragioneria, contabilità, amministrazione, consulenza tecnica. “Un progetto predisposto, insomma, a funzionare autonomamente, che alla fine ha messo a disposizione della Provincia, dei Comuni e delle Comunità montane un patrimonio umano di risorse già formate e che potrebbero essere utilizzate anche per altri eventuali progetti affini. Peccato perderle”. Per il segretario Filca-Cisl al di là del residuo, che porterà al prosieguo dei lavori in particolare di Pineta Sessa, gli Enti dovrebbero fare una riflessione seria in merito. Potrebbero ad esempio risultare molto utili per attività di forestazione e manutenzione stradale o edilizia per le Comunità montane o i Comuni stessi. “Certo, oggi i bilanci pubblici hanno le loro difficoltà. Ma forse potrebbero essere trovati qua e là dei buchi, considerato che non sarebbero neanche più necessari i costi di formazione”. In aggiunta, secondo Melchionna sarebbe opportuno avvalersi di tutti i canali di finanziamento possibili per realizzare progetti affini perché “solo così è possibile contrastare il crescente fenomeno del lavoro sommerso ed irregolare”. Infine, il monito alla presidente Alberta De Simone: “Se c’è la volontà da parte dell’amministrazione provinciale si può parlare di futuro per questi lavoratori”. (di Antonietta Miceli)
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