Sono di abuso d’ufficio e favoreggiamento personale le accuse che hanno portato al rinvio a giudizio l’irpino Antonio Laudati, deciso oggi dal gup di Lecce Cinzia Vergine. L’ex procuratore di Bari era stato coinvolto nelle inchieste baresi sul caso delle escort portate da Gianpaolo Tarantini alle feste dell’ex premier Silvio Berlusconi. Era partita dalla Procura della Repubblica di Lecce la richiesta di rinvio a giudizio per il procuratore capo di Bari, indagato per abuso d’ufficio e favoreggiamento personale. La richiesta, firmata dal procuratore della Repubblica Antonio Cataldo e dall’aggiunto Antonio De Donno, si inseriva all’interno delle indagini sui presunti illeciti commessi dal magistrato nella gestione delle inchieste sulle escort a Palazzo Grazioli e sulla sanità. A Laudati viene contestata la violazione dell’articolo 378 del Codice penale, con l’aggravante dell’articolo 61, “per avere aiutato Giampaolo Tarantini a eludere le indagini” in merito allo sfruttamento delle escort baresi. Secondo i magistrati salentini, in quelle indagini era coinvolto come fruitore delle prestazioni sessuali delle escort l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, aiutato da Laudati “ad eludere le indagini dirette ad accertare anche l’eventuale suo concorso nei suddetti reati”. Secondo la Procura di Lecce, Laudati avrebbe disposto di sospendere le indagini sul giro di escort a Palazzo Grazioli “fino a che non avesse assunto le funzioni di procuratore, così impedendo l’assunzione di sommarie informazioni di altre escort non ancora ascoltate e causando ritardo e intralcio nello svolgimento delle indagini”.
Redazione Irpinia
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