Marco Imbimbo – La conferenza dei capigruppo, riunitasi oggi, aveva come oggetto all’ordine del giorno la discussione sulle commissioni consiliari. Argomento che è stato affrontato, ma inevitabilmente è passato in secondo piano di fronte alla proposta di mozione di sfiducia presentata da 9 consiglieri, tra cui anche Dino Preziosi, ieri definito dal Ciampi come un fautore dello pseudo cambiamento, insieme a Luca Cipriano. Lo stesso primo cittadino, inoltre ha ribadito che sfiduciando lui inevitabilmente si sfiduciano tutti gli avellinesi.
“Innanzitutto ricordiamo che noi avevamo votato per un nuovo che poi non si è mai visto né verificato, noi non avevamo votato contro qualcuno ma a favore di un nuovo – ricorda Preziosi. Il sindaco ha più volte dichiarato, in atti pubblici compreso conferenze dei capigruppo e alla stampa, che nessuno gli ha mai chiesto un posto in Giunta. Quindi se dice questo allora è un bugiardo e lo dico con criterio, anzi si è verificato l’esatto opposto perché qualcuno di loro ha chiesto il curriculum a candidati della mia lista che si sono rifiutati di darlo”.
Sulla forzatura, invece, di una sfiducia rivolta a tutta la città e a tutti gli avellinesi, Preziosi puntualizza: “Al massimo si sfiducia un 15% di città, quella che ha votato per lui. Ma comunque non è così perchè a volte, sfiduciando una persona, si sfiducia un sistema che non funziona, quindi è qualcosa di diverso. Bisogna smetterla di personalizzare sempre tutto ciò che accade – tuona Preziosi. Il sindaco deve capire che lui fa parte di un’amministrazione che ha 6 consiglieri, compreso lui”.
Preziosi ritorna anche sulla situazione attuale in Consiglio e ripercorre le tappe che hanno portato ad accentuare questa impasse, attribuendo forti responsabilità proprio al primo cittadino: “Gli abbiamo proposto di scrivere un programma comune, non abbiamo mai parlato di assessori – ricorda. Loro a livello nazionale hanno fatto un contratto di governo, potevamo farlo anche qua, ma lui ha detto di no. Poi gli ho proposto di venire in Consiglio Comunale e tracciare delle linee insieme a noi per poter andare avanti, ma lui ha preferito farlo dentro alla sua stanza, per cercare di evitare l’evidenza”.
La proposta di mozione di sfiducia presentata ieri, quindi, diventa una diretta conseguenza di quanto accaduto in questi. Ma si trasforma anche in una sfida a tutta l’opposizione che ancora non ha firmato il documento. “La sfida vera è a tutti quelli che non condividono questo metodo di fare, quindi non è rivolta a un singolo partito. Se ritengo che qualcuno non è in grado di amministrare, allora presento una mozione. Ma oggi dico che è bravo e poi a metà novembre non lo è più, va a finire che non capisco più niente”.