Premio Sergio Leone-Domani la presentazione del film di Angelo Rizzo

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Domani, alle 21, a Torella dei Lombardi, nell’ambito della rassegna ” Cinema a mezzogiorno”, al Premio Sergio Leone diretto da Gianni Minà, viene presentato in anteprima nazionale il film del regista catanese Angelo Rizzo “Quando la verità si sveglia”. Scritto dallo stesso Rizzo con Nilda Rodriguez, il film è basato sulla vicenda di Fabio Di Celmo, un giovane imprenditore italiano rimasto vittima il 4 settembre del ’97 all’hotel Copacabana dell’Avana di uno degli attentati organizzati dal terrorista Luis Posada Carriles, con la complicità della Cia e di settori del governo degli Stati Uniti – come ha rivelato proprio Posada Carriles – per atterrare definitivamente il turismo cubano, fonte fondamentale dell’economia del paese. Gli attentati furono eseguiti dal cittadino salvadoregno Ernesto Cruz Leon agli hotel Capri, Nacional, Miramar, Triton, Copacabana e alla Bodeguita de Medio dopo essere stato ingaggiato per settemila dollari da Posada Carriles per incarico della Fondazione cubano-americana di Miami. Il film dovrebbe proseguire il suo cammino al “Festival di Roma” e in Canada, alla rassegna di Toronto, per iniziativa dell’ex amministratore delegato di Aip-Filmitalia, Adriana Chiesa. Alla proiezione del film al Castello Candriano di Torella (ore 21 ingresso libero) sarà presente Giustino Di Celmo, 86enne imprenditore genovese di origine salernitana, padre di Fabio, che da anni chiede che la giustizia si occupi dei mandanti dell’assassinio del figlio. “Quando la verità si sveglia” è un’opera di grande attualità perché il terrorista Posada Carriles, dopo anni di impunità e una condanna a sette anni scontata solo in parte a Panama, è stato recentemente trattenuto in un centro per responsabili di reati migratori in Texas. Ultimamente un giudice di El Paso ha rifiutato la sua estradizione in Venezuela e a Cuba per reati commessi contro cittadini di quei paesi in altri attentati organizzati nel corso degli anni. Posada Carriles, in una intervista rilasciata al New York Times, ha ammesso: “L’italiano stava nel posto sbagliato al momento sbagliato” e ha suggerito capziosamente: “Per il mio caso sarebbe meglio che il governo degli Stati Uniti eccepisse il segreto di stato”.

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