Il continuo annullamento degli incontri ufficiali previsti ai MISE inerenti alla nascita di Industria Italiana Autobus, newco dell’industria dei trasporti su gomma, partecipata per l’80% dal gruppo cinese King Long e per il 20% da Finmeccanica, alla quale è legata il destino di due importanti stabilimenti italiani, BredaMenarini di Bologna e Irisbus di Flumeri ci preoccupa considerate una serie di circostanze negative che, in caso di ulteriori tergiversazioni subirebbero i lavoratori coinvolti, i primi ad essere colpiti sarebbero gli operai Irpini poiché la cassa integrazione in deroga in scadenza al 31 agosto potrebbe essere prorogata solo nel caso in cui la trattativa andasse avanti, in caso contrario si innescherebbe il meccanismo della mobilità il cui iter avrebbe efficacia presumibilmente a gennaio 2015. La chiusura dell’Irisbus ha provocato una grave carenza occupazionale in Valle Ufita, considerata la conseguente crisi di diverse piccole e medie imprese dell’indotto, lavoro che in mancanza della ripresa produttiva della fabbrica madre, potrà difficilmente essere recuperato in assenza di un serio piano di reinvestimento e conversione industriale. Occorre che la classe politica irpina e la Regione Campania si assumano le dovute responsabilità, serve sapere se esiste un vero piano industriale e se lo stesso è condiviso da Finmeccanica e dal Governo artefice della proposta, in tal caso urge eliminare ogni causa ostativa e chiudere l’accordo. In caso contrario, come sempre, saremo pronti a dare battaglia al fianco dei lavoratori. E’ la nota del Partito della Rifondazione Comunista Federazione Irpina a firma di Tony Della Pia – segretario provinciale
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