Prc partito di iscritti non di dirigenti: la riflessione di Cogliano

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Avellino – “Il percorso del Prc si deve decidere all’interno del prossimo congresso nazionale e non nelle stanze delle segreterie dei vari partiti della sinistra radicale ed ecologista”: il monito arriva da Carmine Cogliano, dell’Area critica, intento ad opporsi “con tutte le forze alla liquidazione della nostra storia e dei nostri ideali e dei nostri valori di comunisti sacrificati sull’altare del compatibilismo di governo”. Un dibattito aperto all’interno della sinistra che sfocia in un documento di cui Cogliano invita alla sottoscrizione ricordando come il Prc sia “un partito di iscritti e non un partito di dirigenti”.
“L’attuale fase politica – recita – che sta attraversando il nostro paese in primis la nascita del partito democratico ha posto in essere una accelerazione del processo ‘autartico’ di ridisegno della sinistra antagonista che vede il vertice del PRC e non, come è giusto che sia, la base cioè i militanti e i circoli decidere sul percorso da intraprendere in questo momento cruciale per la vita del nostro paese. In provincia di Avellino sta avvenendo la stessa cosa, la segreteria di rifondazione comunista, senza investire il CPF nè tantomeno i suoi iscritti, viaggia a tappe forzate alla costruzione della ‘cosa rossa irpina’ non ragionando sulla identità indiscutibile dei valori del PRC ma attuando un ragionamento di pura sommatoria ‘elettoralistica’ ponendo di fatto le basi anche in provincia per il superamento di Rifondazione ‘Comunista’. Attuando lo stesso ragionamento degli ex diellini e degli ex diessini che in nome di un mero ragionamento di onnipresenza politica hanno svenduto la loro radice identitario, noi riteniamo che la valenza di una forza ‘comunista’ in provincia di Avellino sia indispensabile oggi come ieri e che nessuno, a maggior una ristretta fascia di compagni (vedi segreteria) ha il diritto di dichiarare in nome e per conto di un intero popolo ‘comunista’ che il percorso del Prc come partito antagonista e spiccatamente ‘proletario’ è finito in nome della convenienza elettoralistica di questo momento”.

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