Popolari: gli interventi di G. De Mita, Solimine e Ambrosone

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Avellino – Nel corso dell’incontro al Viva Hotel sono intervenuti Giuseppe De Mita, Enza Ambrosone e Giuseppe Solimine. Il giovane De Mita ha evidenziato che la società, oggi, è fortemente individualizzata e rispetto a questo occorre capire se la politica, come modello organizzativo, è in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini. “L’organizzazione populistica – ha affermato – è in grado di rispondere alle nostre attese? Siamo attori di una parte senza capire che è cambiata la scena sulla sfondo e che la vera questione è creare un partito nuovo dal punto di vista organizzativo”. G.De Mita ha spiegato che l’avvio dei lavori verso il comitato regionale ha liberato la pubblica opinione da un peso determinato dal sistema politico fortemente condizionato dalla presenza di Pd e Pdl, aggiungendo che il voto sul berlusconismo ha infetto la politica bipolare e che il Pd, oggetto di scherno, è imploso facendo emergere tutte le contraddizioni interne. Sul piano della prospettiva, Giuseppe De Mita ha sottolineato che occorre recuperare la storia e la cultura appartenenti ad un modo di fare politica, perché l’evoluzione potrà esserci soltanto se esiste una tradizionale alla quale potersi allacciare. Ed è l’obiettivo dal quale si partirà il prossimo 25 settembre con la costituzione del Comitato regionale. Giuseppe De Mita è tornato anche sulla questione relativa alla emergenza rifiuti osservando che senza i termovalorizzatori e l’organizzazione della raccolta differenziata non si saranno discariche che basteranno, sottolineando che per trovare una soluzione al problema del Formicoso occorre fissare la linea di trincea sulla organizzazione del servizio e non sul punto della difesa del territorio, che sarebbe la strada perdente.

Giuseppe Solimine ha sollecitato il ritorno alla semplicità dei ragionamenti e l’apertura del dialogo direttamente con le persone per portare la costituente in ogni casa della provincia di Avellino, registrando i problemi che la gente prospetta ed ipotizzando i percorsi che portano alla loro soluzione. “Continuiamo a subire attacchi – ha affermato – come se continuassimo ad essere i nemici da abbattere; la nostra, invece. È una posizione di centro e di attesa, nel senso che vogliamo occupare il tempo per apprendere quanti e quali sono i soggetti con i quali poter condividere le scelte. Perciò bisogna aprire il dibattito con tutti al fine di stanare chi bleffa e di capire, tra quelli che sono in competizione con noi, chi propone soluzioni per uscire dalle difficoltà”. Sulla crisi nell’Amministrazione provinciale, Solimine ha ripetuto che non sono stati i Popolari ad aver creato le condizioni per la rottura, ma la condotta furbesca della ex presidente Alberta De Simone, che ha giocato la partita.

Enza Ambrosone ha criticato il clima di mistificazione che si registra in provincia di Avellino ed ha evidenziato che, realisticamente, l’enunciazione di un mero principio non basta per sedurre i cittadini irpini. “La storia del Pd provinciale è diversa da quella del Pd nazionale – ha aggiunto – perché quelli provinciali, che fino a sette mesi fa sono stati nostri amici, hanno l’elmetto in testa per fare una guerra che per noi non esiste. In provincia di Avellino vi erano le condizioni per avviare un laboratorio politico grazie alla presenza di un partito che aveva le esperienze ed i consensi giusti per realizzare quello che da noi non si è potuto fare, ma che si può fare in Italia”.

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