Ponte della Ferriera, l’architetto Verderosa: un lavoro per garantire stabilità e sicurezza

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AVELLINO- La storia, l’ apertura e i ritardi, le varianti e l’ importanza del Ponte della Ferriera. In vista dell’ inaugurazione di giovedi’ ne abbiamo parlato con il direttore dei lavori, l’ architetto Antonio Verderosa, esperto in materia di procedure edilizie e pianificazione territoriale, che svolge attività di consulenza, ricerca e docenza per Enti Pubblici, Autorità Giudiziarie e Università. Verderosa e’ uno studioso degli aspetti vincolistici in edilizia e sta approfondendo il concetto di rigenerazione urbana alla luce delle nuove normative e del Piano Casa. Su questi temi ha redatto una serie di strumenti urbanistici comunali (PUC) che tengono conto degli aspetti innovativi della nuova Legge Urbanistica della Campania sulla rigenerazione del costruito.È Arbitro della Camera Arbitrale per i contratti pubblici presso l’Autorità Nazionale Anticorruzione e Socio dell’Associazione Italiana Esperti Ambientali (Ass.I.E.A.) come esperto in protezione e riqualificazione ambientale del territorio e del paesaggio.Inoltre, è stato Presidente e, attualmente, Segretario del I Collegio Territoriale di Disciplina dell’Ordine degli Architetti C.C.P.P. della Provincia di Avellino.

Architetto Verderosa, partiamo dalla storia del Ponte della Ferriera..
“Il ponte, progettato da Luigi Oberty, fu costruito tra il 1818 e il 1819 per collegare Avellino con la strada che conduce a Bellizzi. Nonostante il progetto originale prevedesse un percorso differente, una variante successiva permise un collegamento più vantaggioso per la città, immettendo la strada direttamente in Piazza Libertà. Durante la costruzione, Oberty dovette affrontare diverse difficoltà. L’ingegnere si lamentò più volte con l’Intendente per la scarsa diligenza dell’impresa subentrata, denunciando la lentezza dei lavori. Oberty, spinto dalla sua dedizione e professionalità, scelse di utilizzare una malta innovativa, a base di sola calce e pozzolana, invece della miscela tradizionale. Questa scelta, pur dimostrando una maggiore resistenza e tenuta dopo test comparativi, generò forti polemiche e reclami da parte della comunità. L’ingegnere fu costretto a difendere l’integrità e la qualità della sua opera da voci e insinuazioni infondate, che mettevano in discussione la stabilità delle strutture e la qualità dei materiali. Dovette gestire anche questioni amministrative, come la ripartizione dei costi per il basolato stradale, sostenendo che le spese dovessero ricadere sul bilancio governativo e provinciale. Esso è una struttura ottocentesca che ha avuto un ruolo cruciale nello sviluppo di Avellino, collegando la città con Salerno. La sua struttura, in tufo, riflette la cultura illuministica francese dell’epoca. Il ponte ha subito danni nel 1943 a causa dei bombardamenti alleati, ma è stato ripristinato. Negli anni ’70, la carreggiata fu allargata con l’aggiunta di marciapiedi in cemento armato. I recenti interventi sono stati necessari per riportare la struttura al suo valore originale e garantirne la stabilità. Nonostante tutte le controversie, la solidità del Ponte della Ferriera, che ha resistito per oltre due secoli, conferma la validità delle intuizioni tecniche di Oberty e smentisce i suoi denigratori. Il ponte è diventato un simbolo di unione tra il centro di Avellino e due importanti aree urbane, il Rione S. Tommaso e la frazione di Bellizzi, e la sua bellezza è stata immortalata anche in un’opera del pittore Cesare Uva nel 1855”.

Perché è importante per la città di Avellino il Ponte della Ferriera?  “Il Ponte della Ferriera ha svolto un ruolo determinante nello sviluppo urbanistico ed economico della città, facilitando i collegamenti con Salerno ed i nuovi quartieri realizzati nel dopo guerra. L’attuale progetto di riqualificazione è stato fondamentale per garantirne la stabilità, prevenire rischi idrogeologici e proteggere l’incolumità pubblica in un’area ad alto traffico veicolare e pedonale.

Quale era lo stato della struttura?
Il ponte, lungo circa 73 metri e alto 18, è costruito quasi interamente con blocchi di tufo. Le sue condizioni attuali mostrano i segni del tempo, dei terremoti, delle alluvioni e dei bombardamenti del ’43.
Il Ponte della Ferriera di Avellino, costruito per attraversare la profonda valle del torrente Fenestrelle, presenta una geometria complessa che lo fa assomigliare più a un viadotto ferroviario che a un semplice ponte. La sua struttura è composta da 9 arcate a doppio ordine sostenute da 8 pile. Le arcate principali hanno una forma a tutto sesto, mentre quelle secondarie sono a sesto ribassato.
Le criticità principali includono: Degrado del tufo: Il materiale è soggetto a fenomeni di alveolizzazione ed esfoliazione a causa degli agenti atmosferici e di microrganismi. Vegetazione invasiva: L’edera ha aggredito le murature, causando distacchi di blocchi di tufo. Infiltrazioni d’acqua: La mancata impermeabilizzazione della sede stradale ha danneggiato le pile e le volte.
Problemi statici: L’allargamento della carreggiata negli anni ’70 ha creato criticità, con i nuovi cordoli in cemento armato che assorbono maggiori carichi rispetto al resto della struttura.
La conformazione del ponte e le sue dimensioni sono strettamente legate all’orografia della valle, caratterizzata da sponde ripide e alte che hanno richiesto una struttura robusta e complessa per bilanciare le spinte e garantire la stabilità.

Perché è stata necessaria la installazione della barriera di ritenuta H2?
La necessità della barriera H2 si basa su argomentazioni tecniche e normative. La sua installazione è obbligatoria per garantire la sicurezza del ponte, indipendentemente dal parere del Ministero della Cultura. Il D.M. n. 223 del 18/02/1992 stabilisce che la riqualificazione di ponti debba includere una barriera di sicurezza. Inoltre, il D.M. n. 2367 del 21/06/2004 ribadisce l’obbligo di proteggere i margini delle opere d’arte “indipendentemente dalla loro estensione longitudinale e dall’altezza”, come nel caso di questo ponte, lungo circa 74 metri. La sua installazione è fondamentale a causa dell’elevato traffico veicolare, inclusi mezzi pesanti e autobus.

Ci sono stati anche dei ritardi e le ragioni delle varianti?
La riapertura del ponte ha subito diversi ritardi a causa di imprevisti non previsti dal progetto originale. In particolare, sono stati rinvenuti sottoservizi (tubature e cavi elettrici) non segnalati, che hanno impedito il normale svolgimento dei lavori. Questo ha reso necessarie varie perizie di variante per gestire le interferenze in sicurezza e per adeguare il progetto alla situazione reale, includendo anche la necessità di maggiori iniezioni per il consolidamento del tufo. I ritardi sono stati ascrivibili anche alle lungaggini per ottenere i pareri dagli Enti tutori dei vincoli che non hanno risposto con immediatezza. Le varianti hanno inoltre ribadito, l’obbligatorietà della barriera di ritenuta H2, superando le osservazioni di carattere estetico del Ministero della Cultura in nome della sicurezza stradale che in ogni caso non la escludevano e la prevedevano in “Corten”.

Quando sarà riaperto ?
Il Ponte della Ferriera sarà riaperto al traffico veicolare e pedonale il 28 agosto 2025. L’intervento di riqualificazione, rientra in un piano più ampio di “Messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico del territorio Comunale”.

Torniamo ai ritardi, ci può indicare la cronologia?
” Durante l’esecuzione dei lavori, sono emerse delle criticità non previste dal progetto, che hanno causato uno “stallo”. Nello specifico, sono stati rinvenuti massivamente sui marciapiedi e sul piano viabile sottoservizi (tubature e polifera di cavi elettrici in tensione) non segnalati, che hanno impedito il normale proseguimento delle lavorazioni. La riapertura del ponte ha subito diversi ritardi. Inizialmente prevista per la fine di luglio, è stata posticipata a causa della necessità di completare gli ultimi interventi per la presenza diffusa e massiva dei sottoservizi non segnalati da parte degli Enti gestori, in particolare quelli relativi alla rete di distribuzione nazionale del servizio energetico, la cui presenza non segnalata (nonostante varie Conferenza dei servizi ad hoc) ci ha imposto di modificare tutte le quote di imposta dei marciapiedi e della pavimentazione stradale. I ritardi nei lavori sono stati influenzati anche da fattori esterni. L’Ordinanza sulle Alte Temperature, emanata dal governatore De Luca, ha imposto dal 15 giugno scorso di limitare le ore di lavoro fino alle 12:30, riducendo la produttività e prolungando i tempi. A questo si aggiungono i tempi tecnici, non derogabili, per i collaudi finali. Va inoltre evidenziato che l’opera si riapre come una struttura collaudata, una garanzia che la rende forse una delle poche in Italia”.

Perché sono state effettuate varie perizie di variante?
Le motivazioni che hanno portato alle variante del progetto per la messa in sicurezza del Ponte della Ferriera sono principalmente di due tipi:Imprevisti strutturali e logistici: Durante i lavori sono stati scoperti dei sottoservizi non segnalati (tubature e cavi elettrici in tensione) che hanno bloccato le operazioni. Questo ha richiesto una modifica del progetto per poter gestire queste interferenze in sicurezza, ad esempio prevedendo scavi a mano per evitare i cavi elettrici. È stata inoltre rilevata una maggiore “alveolizzazione” del tufo rispetto a quanto ipotizzato, rendendo necessarie maggiori iniezioni di malta per il consolidamento. Adeguamento normativo e di sicurezza: vi è stata la necessità di installare una barriera di ritenuta H2. Questa scelta non è facoltativa, ma è un obbligo di legge imposto da normative sovraordinate come il D.M. n. 223 del 1992 e il D.M. n. 2367 del 2004, che rendono obbligatoria la protezione dei ponti, indipendentemente dalla loro lunghezza. Le prescrizioni del Ministero della Cultura, basate su considerazioni estetiche, non potevano prevalere sulle inderogabili esigenze di sicurezza stradale e incolumità pubblica.

A chi vanno i meriti della realizzazione dell’intervento ?
“Si ringraziano l’impresa esecutrice DI.GI. LAVORI S.R.L. nella persona del Direttore Tecnico ing. Michele di Giacomo nonché del geom. Pino Tornatore e di tutte le maestranze, il Responsabile del Procedimento arch. Anna Freda ed il Dirigente del Settore Lavori Pubblici ing. Luigi Maria Angelo Cicalese per la loro professionalità, impegno costante e la capacità di aver gestito le complesse problematiche emerse durante l’esecuzione dei lavori. La loro collaborazione è stata fondamentale per garantire la prosecuzione dell’intervento e il rispetto delle normative vigenti, contribuendo in modo decisivo al successo del progetto di riqualificazione del Ponte della Ferriera. Un plauso ed un ringraziamento speciale e sentito va a tutte le maestranze della impresa esecutrice che hanno lavorato con dedizione, competenza e spirito di sacrificio, spesso in condizioni complesse, per portare a termine questo delicato intervento di restauro. La qualità del loro lavoro è visibile in ogni dettaglio, e il risultato finale è una testimonianza tangibile del loro prezioso contributo”