Politiche: se è vero il principio secondo cui l’unione fa la forza allora lo Sdi irpino sembra voler marciare controcorrente e decide di correre verso l’obiettivo capitolino con strappi ancora da riammagliare. L’appuntamento elettorale del 9 e 10 aprile non ha rappresentato infatti una attenuante per la spaccatura che si è registrata all’interno del partito. Due i segretari eletti per rappresentare correnti di pensiero che, all’indomani del congresso, mostrano di avere ben poco in comune. Giacomo Carpenito, ‘diretto discendente’ di Luigi Mainolfi, e Giuseppe Sarno, legato alla corrente di Antonio Di Benedetto, rappresenteranno ora il simbolo di una divergenza di vedute almeno momentaneamente irreversibile. Una situazione che non potrà non avere risvolti sul prossimo appuntamento alle urne e determinata dalla mancanza di intesa sulla nomina dei delegati. Pomo della discordia, infatti, sono stati proprio i criteri adottati per il rinnovo della classe dirigente. Le Provinciali 2004 e le Regionali 2005 avrebbero dovuto essere il punto di riferimento da cui partire per consolidare le fondamenta del partito. Ma più che un punto di partenza i trascorsi appuntamenti elettorali hanno rappresentato il punto di arrivo di una unità che ha finito con lo sdoppiarsi. A nulla è servito cercare un compromesso: per evitare ciò che alla fine si è poi verificato era stata avanzata la proposta di accontentare tutti con un 50 per cento. In questo modo entrambe le correnti avrebbero potuto godere del proprio numero di delegati accontentando anche chi auspicava ad una ondata di rinnovamento. Ma a quanto pare la rottura ha preso il sopravvento e lo Sdi si accinge a vivere una campagna elettorale all’insegna del doppio volto.
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