Marco Imbimbo – Una chiusura della campagna elettorale in strada, in mezzo alle persone, in linea con quanto fatto in questo mese. Nello Pizza, candidato sindaco della coalizione di centrosinistra ha deciso di concludere da un palco a Corso Vittorio Emanuele.
«E’ stato un mese intenso, trascorso nelle case degli avellinesi che mi hanno accolto come un amico. Vi ringrazio per questo, ma soprattutto per avermi dato la possibilità di ascoltare i vostri problemi», spiega dal palco prima di rivolgere il suo ringraziamento personale «a mia moglie e alle mie figlie che mi hanno supportato anche questa volta. Da 35 anni mia moglie rema nella mia direzione. La mia forza è la mia famiglia», dichiara l’aspirante primo cittadino.
Concluso il momento dei ringraziamento, è tempo di pensare alla città, a quella Avellino che dichiara di amare anche se «non sempre è facile riuscirci», ammette. Colpa anche per un senso di comunità che è andato scemando negli anni, ma se dovesse diventare sindaco «il mio dovere sarà ricostruire questo sentimento e il senso di appartenenza – spiega. Sogno una città dove, chi sceglie di andarsene, lo fa solo perché ha un’opportunità più grande e non perché deve scappare».
La città che immagina Pizza è quella a misura di famiglia, quindi grandi attenzioni al decoro. «Avellino appartiene a chi la abita», sottolinea prima di annunciare la fine della stagione delle grandi opere. «La città non ha bisogno di queste, ma idee per il quotidiano. Voglio costruire una città di tutti i giorni». Dovrà essere una Avellino che guarda sia ai giovani che agli anziani e a questi ultimi rivolge un messaggio dal palco: «A loro chiedo di starmi vicino, così potrò sbagliare di meno», mentre ai commercianti spiega che Avellino «deve tornare ad essere la città delle opportunità».
Tutte buone intenzioni che nascono da un principio su cui si baserà il modo in cui svolgerà la funzione di sindaco: «Ascolterò tutti, solo così potrò evitare di commettere errori».
Pizza, dunque, vuole ripristinare la stagione del sindaco tra la gente, ma non manca un messaggio ai lavoratori Ipercoop: «Sono vicino ai 134 dipendenti che stanno ricevendo le lettere di licenziamento. Questa vicenda è un’offesa per tutta la città. Se sarò sindaco farò di tutto per trovare una soluzione».
L’aspirante primo cittadino, giunto ormai alla fine della campagna elettorale, traccia anche un bilancio di questo mese di confronti: «Con alcuni miei avversari ho condiviso bei momenti di confronto, di altri invece non ho accettato i toni. Ma tutti partiamo da un obiettivo comune che è il bene della città. A prescindere da chi dovesse vincere, dobbiamo metterci al servizio dei cittadini, invece di lasciarci trascinare da partigianerie».
Un messaggio, quest’ultimo, che viene rivolto anche alle liste che sostengono la sua candidatura: «Non è stato un mese facile, abbiamo dovuto sopportare toni di ogni tipo, a volte si sono distinti per volgarità e meschinità – sottolinea – ma io ho respinto tutto questo preferendo il confronto allo scontro. In queste ultime ore di campagna elettorale dobbiamo continuare a seguire questa linea ed evitare di farci trascinare nelle polemiche. Hanno detto che siamo un’accozzaglia, ma non è così a differenza di quelle case dove c’è un mono-pensiero o un solo padrone. Invito tutti a diffidare dalle biografie incoerenti e dalle nuove verginità».
E infine un passaggio personale, sulla se stesso: «Non abituato a stare al centro delle attenzioni – sottolinea. E non ho rincorso il consenso a tutti i costi, ma ho provato a spiegare la mia idea di città. In queste settimane ho sentito teorie di complottismo di tutti tipi, ma non mi toccano perché su un punto sono irremovibile: la mia autonomia. È il valore che ho trasferito alle mie figlie e non è in vendita».