Pizza, De Mita e Mancino puntano tutto sui “consiglieri” di Foti

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“Lascio un’amministrazione migliore, ora non ci sono i problemi economici, i cantieri bloccati ed altre problematiche che non mi hanno consentito di prestare l’attenzione che avrei voluto ai quartieri, alle periferie, al decoro urbano. La prossima amministrazione troverà una situazione migliore e potrà dedicarsi con più forza e attenzione anche a queste problematiche”.

Parole e musica di Paolo Foti, un commiato alquanto irrealistico a margine delle celebrazioni per il 2 Giugno tenute ieri a Via Matteotti.

“Una situazione migliore” – la definisce Foti, primo cittadino che in campagna elettorale forse ostenta non contezza della realtà che lo circonda. Avellino è un deserto, una palude clientelare che vede giorno dopo giorno i propri giovani partire per non tornare più, con periferie abbandonate a se stesse, degrado, scarsa vivibilità. Un quinquennio in cui non si è fatto nulla o quasi nulla, con Paolo Foti colpevole tra i colpevoli, ostaggio di una maggioranza che si presenta compatta in questa tornata elettorale a sostegno di Nello Pizza, avvocato di Paolo Foti e di ispirazione mancino-demitiana, che non potrà segnare null’altro che la continuità rispetto alla scorsa fallimentare Amministrazione.

Nelle liste che lo sostengono ecco nell’ordine: Ambrosone, Cucciniello, D’Argenio, Galluccio, Giacobbe, Grella, La Verde, Montanile, Nargi, Petitto, Tornatore, Percopo, Poppa, Festa, Genovese, Negrone a cui si aggiungono i demitiani Bilotta e Pericolo. Tutti i protagonisti di una stagione amministrativa segnata dall’inconcludenza, dallo sfascio e dalla difesa delle proprie posizioni.

Una scelta incomprensibile di puntare su un accrocco di sensibilità varie per tentare di resistere, abbarbicati all’ultimo fortino rimasto: Palazzo di Città e, conseguentemente gli Enti di servizio, rappresentano l’ultimo baluardo di cemento armato della vecchia politica.

Chi guarda attraverso lo spiraglio nel muro sta già osservando qualcosa di diverso.