Più contagi e rischi per la variante inglese. Ecco perché la scuola in Campania non riapre il 7 gennaio

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L’unità di crisi regionale della Campania, nel corso di una riunione svoltasi ieri per decidere in merito alla riapertura delle scuole, ha considerato “l’incremento dei contagi” delle ultime due settimane e “il fattore di maggiore rischio connesso alla diffusione della cosiddetta variante inglese del virus” oltre all’impatto “negativo che l’eventuale aumento del contagio determinerebbe sulla campagna vaccinale in corso”.

Queste le ragioni che hanno spinto la task force regionale a disporre la didattica solo a distanza il 7 e l’8 gennaio in tutte le scuole della Campania, rinviando la ripresa in presenza all’11 gennaio ma soltanto per le classi fino alla seconda elementare. Dad il 7 e l’8 gennaio confermata anche per la scuola dell’infanzia e i servizi educativi della fascia 0-6 anni.

Nella relazione dell’unita’ di crisi si sottolinea anche che “recenti studi hanno ulteriormente suffragato l’efficacia, in ottica preventiva, di misure di contenimento e limitazione delle cosiddette ‘matrici dei contagi’ connesse all’interazione in ambito scolastico e alle relazioni interpersonali in ambito extrascolastico”.

Le lezioni in presenza riprendono l’11 gennaio e non il 7 come da normative nazionali “per consentire – scrive l’unita’ di crisi – un’organizzazione e ripresa ottimale di tutti i servizi connessi (mensa, sanificazione, trasporto, ecc.)” e per “fruire dei benefici effetti sul piano sanitario del distanziamento per l’intera settimana, evitando forme di interazione in presenza connesse all’eventuale frequenza scolastica nei soli giorni del 7 e 8 gennaio”. Per le altre classi della primaria si è ritenuto necessario prorogare l’attuale regime di Dad: fino al 17 gennaio per le classi terze, quarte e quinte delle elementari e fino al 24 per le secondarie.

Nell’ordinanza sulla scuola firmata dal governatore Vincenzo De Luca, resa nota dall’Anci e a breve pubblicata sul Burc, il presidente della Regione scrive che, nelle decisioni, si è tenuto conto del “trend di aumento dei contagi” e si è ritenuto di adottare misure per “scongiurare l’aggravamento della situazione epidemiologica in atto e un’impennata della curva di contagi che pregiudicherebbe anche la campagna vaccinale avviata sul territorio regionale”.

Si tiene anche conto che per gli alunni delle prime e seconde classi delle primarie “risulta meno agevolare la fruizione della didattica a distanza” e che per questi studenti più piccoli sono meno frequenti “fenomeni di aggregazione extrascolastica”.