E sul Governo di “larghe intese” che Enrico Letta si appresta a formare continuano i mal di pancia al’interno del Pd. Ad intervenire il giovane membro dell’esecutivo provinciale responsabile “scuola e formazione” Valerio Pisaniello: “Quello che è successo nelle ultime settimane è decisamente senza precedenti nella storia della nostra democrazia. Oltre all’inedita elezione di un bis alla presidenza della Repubblica, per la prima volta si apprestano ad entrare nella futura compagine di governo due forze per loro natura antagoniste. Ma soprattutto – continua – due forze incompatibili tra loro. Quello che mi turba è che il nuovo Governo Letta si appresta a diventare un Governo duraturo e politico, una ricetta del tutto inopportuna e sbagliata per la drammatica situazione attuale. Se fossero stati, fin dall’inizio, stabiliti punti urgenti da realizzare per poi tornare alle urne allora la situazione sarebbe stata diversa: alludo ad una nuova legge elettorale e decreti urgenti come il finanziamento della cassa integrazione in deroga per gli operai. Ma così non è stato e questo mi fa pensare. Immaginereste un nuovo Ministro all’Istruzione come la Gelmini? Oppure, immaginereste altri Ministri come Brunetta che continuamente ha mortificato e umiliato le giovani generazioni purtroppo precarie in questo Paese ?”. Il giovane dirigente provinciale taglia corto e non nasconde il suo disappunto per i metodi che stanno caratterizzando il suo partito. “Minacciare di espulsione chi non concorda su una scelta del genere credo sia di quanto più lesivo possa esserci per il partito. Anche perchè, continuando di questo passo, i cosiddetti “dissidenti” potrebbero correre il rischio di diventare maggioranza. Chi è in disaccordo su determinati temi va ascoltato e soprattutto rispettato perchè alimenta la democrazia interna e potrebbe rivelarsi anche una risorsa per il partito. Ed è per questo – chiosa il dirigente provinciale – che invito i neo eletti Paris e Famiglietti a riflettere bene sul voto di fiducia che li attende perchè in ballo, oltre alle sorti di questo partito, c’è il destino di migliaia di precari italiani e quindi anche irpini. Per quanto mi riguarda io non ci sto ed estendo l’invito a riflettere e a prenderne atto”.
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