Pionati a Opinione.it: “L’ipotesi terzo polo è tramontata”

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Sul sito internet www.opinione.it a firma di Traiano Bertollini è stata pubblicata una intervista all’onorevole Pionati. Ecco il testo di seguito. Finalmente il sistema maggioritario italiano ha l’ennesimo nuovo micro-partito. Per di più, anche questo nato dall’ennesima implosione interna al centro, lì dove Casini sognava di far sorgere quel terzo polo, che avrebbe dovuto fare da ago della bilancia della politica italiana. Leader della neonata “Alleanza di centro per la libertà” è Francesco Pionati, ex giornalista politico del tg1 ed ex portavoce dell’Udc. Onorevole perché ha deciso di abbandonare l’Udc? Non condividevo più la linea politica del partito. Quella che per l’Udc era stata una decisione emergenziale, presa in campagna elettorale, si è via via trasformata in una vera e propria strategia che ci vedeva lontani dal centrodestra, che io invece ritengo l’alveo ideale nel quale intende collocarsi l’elettorato moderato cattolico. Penso che galleggiare tra i due poli e perdersi in ammiccamenti nei confronti del Pd non sia produttivo e non rispecchi le aspettative della nostra base. Era giunto il momento di prendere una decisione ed io l’ho presa. Il progetto di un terzo polo è definitivamente tramontato? L’evidenza dei fatti sta lì a dimostrare che il progetto di un terzo polo è definitivamente tramontato e lo stesso Casini è giunto a questa conclusione, senza però poi indicare dove collocare il partito nel prossimo futuro. Un atteggiamento attendista che non mi trova concorde, perché schierarsi è una scelta doverosa ed irrinunciabile, se non si vuole ingenerare confusione nei nostri elettori. L’attendismo può essere una tattica, non una strategia. Qual è l’obiettivo di Alleanza di centro per la Libertà? Al pari di quanto avviene tra Lega e Pdl, Alleanza di centro per la libertà è una formazione contigua al Pdl e che quindi si rispecchia nel progetto del centrodestra. Allora perché non entrare direttamente nel Pdl? Pensiamo che questa sia la nostra logica evoluzione, ma al momento cerchiamo di capire come si sviluppa il bipartitismo italiano. Non voglio correre il rischio di incorrere in incomprensioni con i nostri elettori affettando i tempi di un percorso politico. Ma unirsi, ad esempio, alle altre anime cattoliche già presenti nel Pdl, potrebbe evitare quella eccessiva frammentazione in varie formazioni del popolo di centro, che di fatto tolgono peso specifico alla proposta politica? Lo ritengo non solo possibile, ma anche auspicabile. Indubbiamente sarebbe meglio avere una formazione in grado di unire tutti coloro che si rivedono nei valori dei moderati cattolici, ma ritengo che ora sia più importante cercare di capire se il bipartitismo riesce ad affermarsi compiutamente. Ad essere un po’ perfidi verrebbe da pensare che al pari della nuova formazione della Santanchè rispetto a La Destra, ad Alleanza di Centro potrebbe spettare il ruolo di indebolire ulteriormente l’Udc in vista delle elezioni europee? No. Questa è una conseguenza secondaria, anche se ammetto che sia possibile fare un’ipotesi di questo tipo. La realtà però è che io non ho dato vita all’Adc per disturbare l’Udc, ma per uscire dall’ambiguità nella quale il partito si dibatte. La nostra è una formazione nella quale, per fare un esempio, De Poli, il nuovo portavoce dell’Udc, che ha preso il mio posto, quando è in Veneto parla bene del centrodestra, ma quando atterra con l’aereo a Roma si scaglia contro l’attuale Governo. Stesso discorso per Saverio Romano, che in Sicilia va d’amore e d’accordo con il centrodestra e all’arrivo nella capitale cambia linea politica. Trovo tutto ciò assurdo. E’ roba da far ridere i polli. Ma le si potrebbe ribattere che una condotta così lineare richiederebbe da parte sua delle dimissioni immediate, dato che lei è stato eletto nell’Udc? Gli esempi che ho portato riflettono una politica ambigua, mentre nel mio caso non devo dimettermi perché il mandato parlamentare è personale e personalmente rispondo agli elettori. Ma tornando alla situazione attuale dell’Udc e del suo leader, a suo giudizio perché Casini si è avvitato su sé stesso? Voleva marcare la sua autonomia rispetto a Berlusconi, ma i sondaggi, anche attuali parlano chiaro e posizionano l’elettorato dell’Udc nel centrodestra. Le motivazioni attuali del perdurare di questa situazione le imputo, oltre ad un logorio dei rapporti con il Presidente Berlusconi, anche ad un sospetto che vorrebbe Casini come possibile prossimo candidato del centrosinistra. Proprio come avvenuto con Prodi potrebbero aver proposto un’eventualità di questo tipo a Casini, visto anche che D’Alema, Rutelli e Veltroni hanno perso le proprie battaglie e tra i loro delfini, troppo giovani ed inadatti, di papabili per il ruolo non ce ne sono. Con Casini si è salutato bene? Assolutamente sì. Niente di personale, i rapporti sono ottimi con Casini, d’altra parte non l’ho preso di sorpresa con la mia decisione, maturata ed anticipata in più occasioni.

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