“Gli uomini che in vita brillano e si spendono per gli altri non muoiono mai”: così il sindaco di Guardia dei Lombardi, Francescantonio Siconolfi, parlò del cardiochirurgo Pietro Di Biasi, durante la cerimonia di attribuzione della cittadinanza onoraria alla memoria di Guardia dei Lombardi, nel decennale della scomparsa del noto cardiochirurgo, tre anni fa. Il 13 aprile ricorre il tredicesimo anniversario della morte di Pietro Di Biasi, che riposa nel cimitero di Guardia, accanto ai genitori, ma ancora oggi il suo ricordo è più vivo che mai. “Il suo operato – continua il sindaco – e il suo impegno professionale, il suo talento e la sua passione per la cardiochirurgia, gli hanno fatto raggiungere le vette più alte. Di Biasi ha toccato gli animi dei pazienti che lo ricordano e lo piangono”.
Una carriera in rapida ascesa, quella di Pietro, come spiega il fratello Maurizio Di Biasi, responsabile dell’Unità semplice di Emodinamica e Cardiologia interventistica dell’ospedale Fatebenefratelli Sacco – Polo universitario di Milano. Il Centro, chiamato “Ambulatorio del cuore”, è un fiore all’occhiello della sanità pubblica lombarda, interamente dedicato alla diagnosi e cura delle cardiopatie strutturali, posto all’interno del Centro del cuore, diretto da Maurizio Viecca, direttore del Dipartimento cardiovascolare dell’ospedale Sacco. Maurizio Di Biasi è il fondatore dell’associazione benefica “Pietro Di Biasi – Amici del cuore”, creata per mantenere viva la testimonianza di vita del fratello, con l’obiettivo “di proseguire la sua opera di dedizione professionale verso i pazienti e di sviluppare iniziative che l’avrebbero reso felice”. Diplomato alla Nunziatella, laureato in Medicina e specializzato prima in Chirurgia toracica alla Federico II di Napoli, poi in Cardiochirurgia all’Università di Milano, sempre con il massimo dei voti, Pietro Di Biasi entrò giovanissimo nella Divisione di cardiochirurgia dell’ospedale Fatebenefratelli Sacco di Milano, dove lavorò per tredici anni. Nel frattempo vinse il concorso per assistente in cardiochirurgia e diventò l’assistente più giovane d’Italia, poi ottenne il premio Donatelli-De Gasperis per il miglior lavoro in cardiochirurgia e la nomina a delegato della Società polispecialistica italiana di giovani chirurghi. Il suo nome era sempre più conosciuto in Lombardia e al Sud. Nel 1997, a 36 anni, si trasferì dal Sacco al nuovo centro di Cardiochirurgia dell’Irccs MultiMedica, che contribuì a fondare, poi all’Ospedale di Legnano. Incessanti la sua attività in sala operatoria e la sua produzione scientifica. Nonostante il lavoro lo avesse portato lontano, il legame con l’Irpinia è sempre rimasto fortissimo: “Fin da quando era bambino – continua il fratello Maurizio – trascorreva, ogni anno, gran parte delle vacanze a Guardia, grazie all’ospitalità delle zie. Come medico e cardiochirurgo offrì sempre, in modo disinteressato, il suo supporto a tutti i guardiesi, rendendosi disponibile, sia in paese che a Milano, per risolvere i loro problemi”. Nel 2007 organizzò, a Guardia, un convegno scientifico in cardiochirurgia di rilievo internazionale. Nel 2008 ricevette il premio “Eccellenza irpina”. Così fino al 2012, alla malattia, che “Pietro che affrontò con coraggio, nonostante, da medico, fosse perfettamente consapevole della prognosi”. Nel 2022 la cittadinanza onoraria alla memoria, a Guardia. A tredici anni alla morte, Campania e Lombardia sono ancora unite nella memoria del “dottor Pietro”, medico e uomo indimenticabile.