Piatti gourmet e musica per il pranzo di Pasqua dei detenuti di Ariano

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Provare a “spezzare il ciclo del crimine”, a far sentire il senso di comunità e di solidarietà a chi ha sbagliato e sta pagando la sua pena. Una giornata speciale quella vissuta oggi dai detenuti della casa circondariale di Ariano Irpino “Pasquale Campanello” in vista della Pasqua, con un pranzo stellato cucinato dagli chef Domenico Iavarone di José Restaurant a Tenuta Villa Guerra a Torre del Greco e Nunzio Carannante, chef di Villa Orsini a Mirabella Eclano. Presente anche il Maestro panificatore Carlo di Cristo.

Da evidenziare che i detenuti hanno preparato il pranzo con loro. Stanno, infatti, frequentando i corsi di formazione per chef, pasticcieri e panificatori, fortemente voluti dalla direttrice del carcere Maria Rosaria Casaburo, insieme a quelli per parrucchiere, proprio per dare nuove competenze ai detenuti e quindi una concreta opportunità di occupazione al termine della pena.

Dunque dopo gli ormai consolidati appuntamenti con i “Pranzi di Natale” negli Istituti penitenziari italiani, arriva anche, per la prima volta, il pranzo di Pasqua.

Ospiti d’onore di “Celebrando la Risurrezione: Pranzo di Pasqua insieme!”, proprio i 250 detenuti. Coinvolte tutte le sezioni del casa circondariale. Il vescovo di Ariano Irpino-Lacedonia, Sergio Melillo ha pranzato con alcuni di loro nell’ala più vecchia del carcere.

A servire le diverse portate, i volontari di Prison Fellowship Italia Onlus e del Rinnovamento nello Spirito Santo che hanno organizzato l’iniziativa.

Presente anche il cantautore ed inventore dell'”Ora d’aria colorata”, un tour musicale per i detenuti delle Carceri italiane, l’eclettico Luca Pugliese che ha coinvolto tutti con la sua simpatia.

Interessante poi, la testimonianza di Bartolomeo Mercuri, Presidente dell’Associazione “il Cenacolo” che ha arricchito la giornata dedicata alla solidarietà a sostegno delle persone in difficoltà, parlando della sua esperienza in carcere e del suo attuale lavoro in sostegno degli immigrati.

E poiché l’iniziativa è legata alla Pasqua, non poteva esserci conclusione migliore di una Santa Messa presieduta dal vescovo Melillo, promotore entusiasta dell’iniziativa insieme al cappellano della casa circondariale Don Roberto Di Chiara. Anche le diverse comunità parrocchiali hanno sostenuto l’iniziativa sotto l’egida del Ministero di Giustizia.