E’ partito il primo ciclo di incontri per delineare gli indirizzi prioritari del Piano Strategico. Il presidente del Consiglio, Livio Petitto, il sindaco, Paolo Foti, l’assessore Paolo Ricci e i capigruppo di maggioranza e opposizione, si sono riuniti per raccogliere idee e proposte su cui confrontarsi per decidere il futuro della città.
“Su questa partita si gioca il destino di Avellino – precisa il primo cittadino – In una situazione di grandissima apertura, puntiamo a realizzare un obiettivo che guarda alle prospettive di crescita della città. Il messaggio che vogliamo indirizzare alla comunità è l’importanza del dialogo, perché chi governa non detiene la ricetta da sottoporre, ma ha bisogno di idee, proposte e soluzioni. Fermo restando che il Consiglio resta il dominus”. Le modalità per arrivare alla stesura del testo, infatti, come ha più volte ribadito l’assessore Ricci, prevedono un filo diretto con i cittadini, attraverso incontri non solo istituzionali, ma anche pubblici e soprattutto aperti alle aree limitrofe. “La vera sfida di questo Piano Strategico – spiega Ricci – è l’Area Vasta. Bisogna guardare al rapporto che esiste tra la città e la periferia, laddove per periferia intendo i comuni contermini”.
“Per il momento ci rivolgiamo alle aree comunali a ridosso di Avellino – aggiunge Foti -, ma quella che immagino è la II° area metropolitana della Campania, per emarginare così il fenomeno di una Regione nemica delle aree interne. Dal 23 novembre del 1980 si è immaginato di giocare il destino di questa città sulle infrastrutture, adesso bisogna andare oltre il Tunnel e il Mercatone e guardare alle vere esigenze della comunità. Sull’area vasta ci saranno sicuramente delle infrastrutture da realizzare, ma che siano utili, penso alla strada ferrata che è un elemento da valorizzare perché le industrie ne hanno la necessità in termini economici. Alla stazione di Avellino ci sono quei binari su cui sono arrivati solo i treni della morte, mi riferisco ai vagoni dell’Isochimica, noi dobbiamo far arrivare i treni della vita”. Infine, conclude, “Avellino non intende esercitare una supremazia a prescindere, ma concorre nel nome della provincia. Perché non si dica più io sono di Avellino, o di Altavilla, ma si dica io sono irpino, è qui che risiede il vero senso di appartenenza”. Non a caso il sottotitolo di questo Piano Stategico è “Responsabilità, Partecipazione, Cura: Essere-in-Comune” che come dice Ricci “…si traduce con amore, confronto, partecipazione. Stiamo invertendo la tendenza tra finanziamenti e progetti. I progetti sono utili se rispondono a delle esigenze e se c’è qualcuno disposto a pagare i servizi, per questo va ricostruito un rapporto con essi, per guardare ai temi che diano senso e prospettiva alla comunità, altrimenti la città si ripiega su se stessa”.
Il ciclo di incontri terminerà entro aprile 2014, il mese successivo, la giunta approverà una proposta che poi passerà al vaglio del Consiglio comunale.
(Di Rosa Iandiorio)