Pericolo shopping compulsivo? Una ricerca dice come riconoscerlo

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saldi shopping
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In periodi particolari dell’anno, spesso in occasione dei saldi, si riaccende l’interesse collettivo legato allo shopping. Per evitare di incorrere nel rischio “shopping compulsivo”, ecco uno studio che ne identifica le caratteristiche.

Un team di psicologi norvegesi dell’Università di Bergen, degli americani della Stanford University e dell’Ucla e di quelli inglesi della Nottingham Trent University hanno messo a punto una ricerca pubblicata su “Frontiers in Psychology” che ha come tema lo shopping compulsivo o disturbo da acquisto compulsivo (Compulsive Buying Disorder).

L’analisi evidenzia come tra l’1 e il 10% delle persone adulte, in modo particolare donne, ne soffra. La sperimentazione è stata condotta su oltre 23mila soggetti, sui quali si è constatata l’esistenza di una serie di caratteristiche comuni.

L’obiettivo principale dell’indagine è stato quello di evidenziare i possibili segnali attraverso cui sarebbe possibile identificare una persona predisposta a questa dipendenza. Il risultato raggiunto è di sette indizi e, nel caso in cui ci si riconoscesse in almeno quattro di questi indicatori, secondo gli autori è probabile che si soffra di shopping addiction.

Il primo indicatore è pensare costantemente allo shopping, ovvero pensarvi spesso senza avere la possibilità di controllare il proprio pensiero.

Il secondo è fare acquisti con lo scopo di migliorare l’umore, ovvero ricorrere allo shopping per stare meglio.

C’è poi il fattore per il quale gli acquisti hanno un impatto negativo sulla propria quotidianità, dai più diversi punti di vista, non solo economico ma anche relazionale.

Il quarto fattore è il bisogno di acquistare tanto ottenendo però sempre il medesimo grado di soddisfazione.

Ancora, cercare di frenare gli acquisti senza riuscirci, quindi essere incapaci di contenere l’istinto; sentirsi male se qualsiasi tipo di impedimento dovesse impedire l’acquisto; e infine porsi il problema che aver comprato tanto abbia compromesso il proprio benessere, ovvero risultare solo successivamente coscienti delle conseguenze negative scaturite.

Se l’incidenza maggiore tra donne nella tarda adolescenza o nella prima età adulta era già nota, c’è anche la consapevolezza che a essere più a rischio sono le persone estroverse, che acquistano per affermare la propria individualità, e i nevrotici, che comprano per placare la propria ansia. Lo shopping compulsivo sembra invece non rappresentare un problema per chi ha una personalità più scrupolosa e coscienziosa e ama gli stimoli intellettuali e le novità.

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