Le immagini della nazionale di calcio esultante sul campo di Wembley sono ancora fresche nella mente e per tanti italiani le emozioni provate in quella domenica di luglio saranno indimenticabili. Tra abbracci, lacrime e risate ci siamo lasciati alle spalle per qualche ora le tribolazioni degli ultimi mesi. Politica, economia, lavoro e stress: tutto passa momentaneamente in secondo piano quando suona l’Inno di Mameli e ci si prepara a guardare una partita importante. Ma perché lo sport ci piace così tanto? Scopriamo alcune delle ragioni per cui fare il tifo e seguire i nostri campioni preferiti è una passione che non si spegne mai.
Senso di appartenenza e comunità
Gli studi sull’importanza del provare un senso di appartenenza e connessione con altri esseri umani sono numerosi. Lo sappiamo bene: sentirci parte di una comunità crea in noi un senso di sicurezza e benessere, che contribuisce a una salute mentale più solida. Quando facciamo il tifo per la stessa squadra le divisioni tra persone diverse si sfumano e si crea un nuovo gruppo, un “noi” che prima non esisteva. Durante la partita della nazionale non importa per che partito si vota, e nemmeno se si è juventini, milanisti o laziali: tutti quanti sono uniti da una passione e da un desiderio comune. Come disse Nelson Mandela, “lo sport ha il potere di cambiare il mondo”: eliminando barriere, differenze e divisioni, per un attimo permette a un gruppo variegato di parlare una lingua comune.
Momenti esaltanti
Quando si comprano azioni in borsa, si punta su Bonusscommesse360.it oppure ci si appresta a guardare una competizione sportiva importante si è spesso travolti da forti emozioni. La tensione e l’aspettativa fanno sì che il nostro organismo rilasci ormoni e neurotrasmettitori come adrenalina e dopamina, oltre a provocare un aumento del battito cardiaco e del ritmo respiratorio.
L’esaltazione che si prova durante una partita di calcio è simile a quella di una corsa in auto a 250km/h: non c’è da stupirsi se continuiamo a cercare queste sensazioni senza mai stancarci.
Identificarsi col vincitore
I neuroni a specchio, studiati da un team di scienziati italiani negli anni 90, hanno importanti legami con l’empatia, l’acquisizione del linguaggio e la socialità. Si attivano nel nostro cervello nel momento in cui compiamo un’azione, ma anche quando guardiamo qualcun altro compiere l’azione. Ciò significa che, quando guardiamo il nostro campione preferito o la nostra squadra del cuore trionfare, nel nostro cervello si attivano le stesse aree facendoci così provare emozioni molto simili alle loro.
Una forma di evasione
Come tante altre fonti di intrattenimento, lo sport ha anche la funzione di distrarci per un attimo dalla nostra vita, immergendoci in un mondo parallelo in cui tutto ciò che conta è la vittoria della nostra squadra. Offrendo qualche ora di pausa da problemi, stress e preoccupazioni, lo sport ci può donare la tregua necessaria per tornare ad affrontare le avversità e le noie quotidiane con più ottimismo.
Tradizione e ricordi
Le tradizioni sportive spesso si tramandano di padre in figlio, come un legame invisibile che connette generazioni diverse in una passione condivisa. Certo, in tanti sono convinti che il proprio team preferito sia oggettivamente il migliore, ma spesso la fede sportiva dipende dalla famiglia e dall’ambiente in cui si è cresciuti. Fare il tifo per la propria squadra è allora un modo per riconnettersi con le proprie radici, per provare vicinanza con parenti di tutte le età, e per ricordare persone e momenti importanti. La prima volta allo stadio con il nonno, la vittoria di uno scudetto festeggiata con zii e cugini, la gioia nel ricevere in regalo la maglietta del capitano: questi momenti restano impressi nella memoria e ci fanno continuare ad amare lo sport.