Cosentino pronto a lasciare il vertice del Pdl campano?… Lo lascia intendere in una intervista rilasciata al Corriere della Sera: “In cinque anni credo di aver contribuito a ribaltare gli assetti politici della Campania, nel momento in cui Bassolino veleggiava sicuro verso la conquista della leadership nazionale del centrosinistra. Ho lavorato intensamente, non ho mai chiesto nulla a nessuno, né a un sindaco, né a un presidente di Provincia. E non lo farò tantomeno ora con Caldoro. Di contro, mi trovo a dovermi difendere da un’accusa infamante. In trent’anni di attività politica non ho mai ricevuto una contestazione di reato. A questo punto, credo sia opportuno che dedichi più tempo alla risoluzione dei miei problemi perché mi venga restituito l’onore che mi è stato tolto. Penso di aver compiuto la mia missione politica in Campania, una delle regioni che cinque anni fa erano considerate più rosse. Nei primi anni, prima che il governo Berlusconi togliesse dalla faccia dei campani la vergogna dei rifiuti dalle strade, incominciammo a risalire la china. Ora ho intenzione di dire grazie a Berlusconi che mi ha consentito di affrontare una esperienza davvero entusiasmante e straordinaria. Lo incontrerò dopo le festività pasquali. Vedrò se ha altre missioni da affidarmi”.
Sulle colonne del Corriere il segretario regionale del Pdl si è anche detto assolutamente in simbiosi con Stefano Caldoro nella volontà di separare, nel consiglio di Palazzo Santa Lucia, il ruolo di consigliere regionale da quello di assessore e separare, così, la politica dalla gestione. “Credo – ha commentato – che il presidente Caldoro abbia fatto bene a fornire un’indicazione in questo senso. Mi sembra corretto che chi si è candidato ed è stato eletto come consigliere regionale resti al suo posto in assemblea. Altrimenti si darà ragione a chi insiste perché i consiglieri regionali con ambizioni di giunta si dimettano dalla carica elettiva, contrariamente a quanto consentito dalla legge. Insomma, chi sceglie di non rimanere in consiglio lo faccia senza alcun paracadute”.
Non lo ritiene un ordine perentorio del Pdl ma “… la legittimazione fondata sul consenso non può essere materia opinabile nel nostro sistema democratico. Occorre darsi un criterio, una regola, nessun ordine ma la condivisione di una esigenza. Del resto, questa indicazione trova origine anche in quanto accaduto in seno alle amministrazioni provinciali di Napoli, Salerno e Avellino dove gli assessori che hanno voluto candidarsi alla Regione hanno dovuto dimettersi anzitempo per affrontare la campagna elettorale”.
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