di Luca Guarracino – E’ un Pd che si avvia al congresso tra lacerazioni che probabilmente verranno ricucite nelle ore precedenti l’assemblea provinciale del prossimo 28 giugno. Il quadro che emerge dalle ultime ore in nome di una finta unità, consegna all’opinione pubblica un partito ancora diviso tra uomini e in particolare sui nodi importanti delle alleanze attuali ( il caso Ente Provincia continua a tenere banco) e quelle future in vista delle impegnative elezioni che si terranno per le amministrative, ad iniziare dal comune capoluogo e da Palazzo Caracciolo. Sgombrando ogni dubbio, è il caso di confermare la notizia già evidenziata da altri organi di informazione, che il candidato Franco Vittoria, attuale Presidente della Comunità Montana Vallo Lauro – Baianese sarà il timoniere che succederà a Giuseppe De Mita, il primo segretario dimissionario dopo il passaggio all’Unione di Centro. I dubbi riguardano la composizione della futura direzione che allo stato è di difficile interpretazione per le diverse “anime” che compongono l’arcipelago del partito di Veltroni. Ex margheritini da una parte, ex diesse dall’altra con in mezzo ex popolari in cerca di identità e di ex comunisti in cerca di speranze da consolidare. Se a ciò si aggiunge la presenza “indiretta” di Ciriaco De Mita in molti dirigenti cooptati all’indomani delle primarie del 14 ottobre scorso, il quadro che si delinea appare a tinte indecifrabili. Si scontrano al momento interessi forti e di sopravvivenza di molti dirigenti; il “marchio di fabbrica” nato nella fase dei primi vagiti in Irpinia, è ancora presente nel Pd irpino con caratterizzazioni legate alle nomine negli Enti, all’appartenenza a movimenti, a posizionamenti nel futuro e tentativi di tenere per alcuni, la leadership che in più di un caso appare virtuale e non corroborata dai voti e dal radicamento nella società. I dubbi pertanto riguardano i paletti e le regole, l’autonomia provinciale del partito anche rispetto al ‘caos napoletano’, il giudizio che verrà o meno espresso nei confronti della gestione Sassolino, il mantenimento o meno di referenti politici assenti nella competizione elettorale in Irpinia ma attivi in altri ambiti decisionali, e il recupero del consenso e del dialogo con le forze politiche che uscirono vittoriose nelle competizioni elettorali del 2004. In sintesi, cuccioloni sul tipo pubblicità Kleenex marchio famoso di fazzoletti di ovatta di cellulosa del tipo usa e getta, oppure aquilotti della Red Bull, bevanda forte e naturale senza niente di artificiale? La scelta del Pd di una classe dirigente capace di traghettare il partito verso progetti ambiziosi in linea con il patrimonio degli iscritti e delle attese della gente, diventa pertanto la sfida vera del Congresso e degli uomini e donne cui spetta il compito di essere riferimento nell’opinione pubblica. Le avvisaglie delle “porte” sbattute tra alcuni componenti della Direzione, il caso del collegio di Atripalda con la lotta intestina tutta interna ai diesse e le ripercussioni per ora solo sopite che potrebbero influenzare il cammino della giunta guidata da Aldo Laurenzano, le scelte delle ultime ore al Cosmari con la “decapitazione” di Raffaele Spagnolo, le attese per l’assemblea Asi e il gioco a “scacchi” che lega gli orientamenti e il futuro dei big di Ceppaloni, Nusco e Afragola, sono solo alcuni degli ingredienti che tengono banco nelle molteplici riunioni del partito e delle sue componenti storiche. Ad otto giorni dal congresso, il Pd irpino è atteso a un duro banco di prova, tenendo presente che nonostante lo scetticismo e le difficoltà derivanti dall’uscita di una buona fetta del suo elettorato con “l’addio” di De Mita e dei suoi elettori, è riuscito almeno in Campania a tenere dritta la strada raggiungendo buone e speranzose percentuali di affidabilità nelle ultime e recenti politiche. Ora , riprendendo la celebre metafora di Manlio Rossi Doria sulla politica della polpa e dell’osso, è consequenziale che se l’osso si disarticola e si indebolisce, anche la polpa, ricca o meno che sia, alla fine si sfalda e si deforma. Il Pd pertanto, dovrà puntare su un progetto di ampia portata inserito in una chiara politica economica, sociale e territoriale di riequilibrio. Tutto dipenderà dalla prova di maturità o di dilettantismo dei suoi uomini. Appunto, Kleenex o Red Bull?
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