Avellino – Restituire limpidezza al confronto politico. Archiviare l’idea di un Paese diviso tra Nord e Sud, donne e uomini, Guelfi e Ghibellini. Ricomporre le vecchie fratture. Sospendere la guerra civile fredda, mascherata, edulcorata in cui è scivolata la politica italiana. Marco Follini, capolista al Senato per il Pd in Campania, invita la platea del Viva Hotel a sostenere lo sforzo di Walter Veltroni: consegnare agli italiani un’Italia libera e unita. “Una grande impresa di pacificazione contro la demonizzazione degli ultimi quindici anni”. A fare gli onori di casa, in un clima di festa (interrotto solo per commemorare l’assessore Emilio Ruggiero), la Presidente Vanda Grassi, il sindaco di Avellino, Pino Galasso, la presidente della Provincia, Alberta De Simone, il candidato al Senato Enzo De Luca, e il candidato alla Camera, Franco Maselli. Rifiuti, legge elettorale, lavoro e meritocrazia: i punti essenziali sui cui poggia il nuovo progetto targato Pd. “L’emergenza che ha colpito la Campania è una responsabilità dalla quale nessuno può chiamarsi fuori. Ognuno deve fare ammenda. È e resta una tragedia sociale che ha inferto una ferita profonda alla comunità campana. Usare le difficoltà per i propri vantaggi significa non amare questa terra e non avere rispetto per le Istituzioni”. Oltre al danno, la beffa? “Sarebbe una farsa meschina e pretestuosa ‘usare’ il problema rifiuti per scopi elettorali”. Un messaggio forte e chiaro agli ex compagni di destra per i quali Marco Follini non risparmia commenti pungenti: “E’ un centrodestra antiquato e polveroso, lontano dal desiderio di rinnovamento di questa regione e dell’Italia intera. Non possiamo portare in spalla i difetti di una volta. È necessario superarli e migliorali. Se vogliamo vincere dobbiamo rafforzare l’argine nel punto in cui tiene meglio”. “Ristabiliamo il principio che ha fatto grande l’Italia del dopoguerra: puntiamo sul merito e sul talento”. E il modo migliore, secondo Follini, per ristabilire l’onestà civile è favorire la cultura cattolico-democratica. “Non possiamo soffocarla in recinti troppo angusti. C’è bisogno di esprimerla in un campo largo e aperto. Quel campo è il Pd”. “Una scommessa importante – è il commento di Alberta De Simone – che serve all’Italia e all’Irpinia per porre fine alle diatribe che incatenano la politica, impedendole di camminare. Una scelta dolorosa ma necessaria che ha scommesso sui giovani e sulla professionalità. Dall’Irpinia dovrà arrivare all’indirizzo di Veltroni un segnale forte. La nostra è una terra orgogliosa, abituata a combattere per i valori in cui crede”. “Siamo tutti responsabili di quanto seminato ad ottobre – afferma Pino Galasso -. Al di là delle posizioni e dei nomi che compongono le liste è necessario credere nel Pd: una creatura giovane che viene da genitori antichi”. E se da una parte Adiglietti invita a isolare ‘il nemico’ per tenere alto il livello del confronto, dall’altra Maselli rimanda al mittente le accuse di un Pd “senza corpo, né idee”. “Mi ricorda tanto il saracino di Berni che andava combattendo senza accorgersi che era già morto”. E infine: “Abbiamo riconquistato quell’autonomia di pensiero repressa fino a poco tempo fa. Non possiamo più sbagliare”. (di Marianna Morante)
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