Pd, lo scossone di Zingaretti: “Mi dimetto da segretario di un partito in cui si parla solo di poltrone e primarie. Mi vergogno”

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Michele De Leo – Mentre i tesserati irpini aspettano la celebrazione del congresso per l’elezione dei nuovi vertici provinciali, la stabilità del Partito Democratico è messa in discussione da uno scossone che non è inatteso. Nicola Zingaretti ha annunciato – attraverso un post su Facebook – le proprie dimissioni da segretario dei democrat. “Lo stillicidio – scrive il presidente della Regione Lazio – non finisce. Mi vergogno che nel Pd, partito di cui sono segretario, da 20 giorni si parli solo di poltrone e primarie, quando in Italia sta esplodendo la terza ondata del Covid, c’è il problema del lavoro, degli investimenti e la necessità di ricostruire una speranza soprattutto per le nuove generazioni”. Il segretario esterna tutta la sua amarezza per un partito che, ancora una volta, si dimostra incapace di fornire risposte concrete al Paese, ai cittadini ed alle loro esigenze. E’ rammaricato per un partito nel quale l’unico interesse sembra essere rappresentato dalle poltrone e dalla possibilità di occupare spazi di potere. Stavolta, il segretario non le manda a dire, non mette la polvere sotto il tappeto ma esterna la rabbia per una situazione che tanti, nei mesi scorsi, avevano evidenziato. “Visto che il bersaglio sono io – continua Zingaretti nel suo sfogo su Facebook – per amore dell’Italia e del partito, non mi resta che fare l’ennesimo atto per sbloccare la situazione. Ora tutti dovranno assumersi le proprie responsabilità. Nelle prossime ore scriverò alla presidente del partito per dimettermi formalmente. L’assemblea nazionale farà le scelte più opportune e utili”. L’assemblea del Pd è in programma il prossimo 13 marzo e consentirà di dare risposte sul futuro di un partito che, troppo spesso, ha provocato delusioni ad iscritti, simpatizzanti e cittadini. L’annuncio delle dimissioni arriva a due anni dall’elezione alla guida del partito. “Abbiamo salvato il Pd – aggiunge – e ora ce l’ho messa tutta per spingere il gruppo dirigente verso una fase nuova. Ho chiesto franchezza, collaborazione e solidarietà per fare subito un congresso politico sull’Italia, le nostre idee, la nostra visione. Dovremmo discutere di come sostenere il governo Draghi, una sfida positiva che la buona politica deve cogliere. Non è bastato. Anzi, mi ha colpito invece il rilancio di attacchi anche di chi in questi due anni ha condiviso tutte le scelte fondamentali che abbiamo compiuto. Non ci si ascolta più e si fanno le caricature delle posizioni. Ma il Pd non può rimanere fermo, impantanato per mesi a causa in una guerriglia quotidiana. Questo, sì, ucciderebbe il Pd”. Immediate le reazioni allo sfogo del segretario. In tanti, da Enrico Letta agli ex Ministri Boccia e Del Rio auspicano un passo indietro e annunciano la richiesta all’assemblea di confermare il segretario dimissionario.