Pd – Congresso il 21 giugno: i pro e i contro

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Mercogliano – Il Pd si muove a passi lenti ed inesorabili: prossima tappa il 21 giugno, data in cui è stato fissato il primo congresso in cui si eleggerà il segretario e la direzione del partito. Il tutto deciso nel corso della lunga riunione tenuta ieri al convento del Sacro Cuore Benedettino a Mercogliano.
La sconfitta delle ultime politiche trascina il suo strascico alimentando incertezze sul futuro del partito e sulle azioni da intraprendere. Non sono poche, infatti, le ripercussioni che si stanno registrando negli enti locali. A partire da Piazza del Popolo. Sulla questione il sindaco Pino Galasso non ha avuto dubbi dicendosi apertamente a favore del congresso da realizzare in tempi brevi – prima dell’estate –. Una sfida ai demitiani con una clausola: “Devo avere il partito alle spalle ed una coalizione che mi sostiene”. Per quanto riguarda le richieste: “Se il dialogo è sulla politica ben venga, ma di poltrone non discuto. Ed è anche inutile sbandierare presunte contrapposizioni tra me e la De Simone che non esistono affatto. Noi vogliamo dialogare con tutti ma non accettiamo ricatti da nessuno. Certo i numeri contano ma anche la dignità. Se pensassimo di andare avanti così per nove mesi ci presenteremmo perdenti, allora sarebbe meglio perdere la partita adesso per investire sul futuro”. Insomma, nessun compromesso e si prosegue fino a quando i numeri lo permetteranno. Una fase delicata nella quale c’è bisogno di un partito strutturato e con riferimenti precisi. La pensa allo stesso modo Gerardo Adiglietti, che ha escluso qualunque “prosecuzione” dell’esperienza di quella che fu la componente bassoliniana dei Ds. “Non possiamo lasciare soli Galasso e De Simone: ci vuole un partito alle spalle che sappia dire no alla legge del taglione. Quando non si riescono a spiegare alcuni comportamenti si cerca di far riferimento ad un livello superiore. Per quanto mi riguarda sono orgoglioso di aver fatto parte di quella componente che è stata sciolta il 14 ottobre del 2007. Questo, però, non significa che la mia maglietta possa essere gettata via: lì ci sono valori, impegno e militanza”.
Tra i contrari al congresso, invece, c’è Pucci Bruno. “E’ irrazionale farlo in seguito alla dèbacle elettorale. Meglio avviare una discussione sulla scia di quanto accade a livello nazionale perché una cosa è scegliere la classe dirigente, un’altra è fare il congresso che si fa per assumere delle scelte”.

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