Patto di stabilità: Giuditta (Udeur) scrive a Padoa Schioppa

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Il parlamentare Pasquale Giuditta, tesoriere dell’Udeur, ha inviato una lettera al ministro Padoa Schioppa per far notare che lo sblocco parziale dei risparmi effettuati dagli enti locali, previsto nel DL 81/2007 in discussione alla Commissione Bilancio della Camera, non basterà per consentire loro di far fronte agli impegni finanziari per le opere pubbliche già avviate, né di rispettare gli obiettivi di cassa previsti dalle nuove regole del patto di stabilità e per sottolineare che in numerose realtà si avrà la paralisi delle politiche di sviluppo, anche perché gli enti che hanno un indebitamento modesto, sempre secondo le regole fissate dal patto, non potranno ampliarlo per far fronte a nuovi investimenti. “Paradossalmente – scrive Giuditta – gli enti che nel passato hanno contratto mutui anche in percentuale rilevante, per il 2007 hanno un ulteriore spazio di indebitamento mentre i Comuni e le Province, che negli anni passati hanno operato una contrazione degli investimenti, si trovano ora a dover limitare eventuali programmi di sviluppo attraverso il ricorso al debito”. La questione riguarda da vicino numerosi enti della provincia di Avellino. Pur apprezzando che il Governo, come promesso in sede di replica al Questione Time presentato dallo stesso Giuditta, abbia mostrato immediata disponibilità ad intervenire sull’utilizzo degli avanzi di amministrazione bloccati dalle regole sul patto di stabilità, l’esponente Udeur sottolinea come la soluzione prospettata nel DL 81/2007 alla fine “scontenti un po’ tutti: sia coloro che sono in linea coi requisiti previsti, sia coloro che, come è il caso di molte province, hanno sforato il patto di stabilità negli anni precedenti”. Forse, sostiene l’esponente Udeur, “per sbloccare gli avanzi di amministrazione sarebbe opportuno eliminare la condizione che comuni e province debbano aver rispettato il patto di stabilità interno negli ultimi tre anni ed aumentare la percentuale di utilizzo dell’avanzo portandola almeno al 10 per cento, indipendentemente dalla positività o meno dei saldi medi di cassa relativi al periodo 2003-2005”. Secondo Giuditta, infatti, il rispetto delle regole “non può essere un freno per lo sviluppo”, risultando peraltro penalizzante proprio per gli enti locali più virtuosi, quelli cioè che si trovano a dover migliorare il saldo medio già positivo conseguito nel triennio precedente. “Forse la previsione di regole meno rigide e stabili sarebbe opportuna – propone il parlamentare Udeur – per consentire una flessibilizzazione dei vincoli per i singoli comuni, che possa adeguarsi alle diverse realtà del nostro Paese”.

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