P.A. – Incarichi esterni: il punto di vista di Caputo (Prc)

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“La pubblicazione degli incarichi esterni conferiti dall’Amministrazione Provinciale di Avellino suscita sensazioni contrastanti: da un lato, non ci si può non chiedere come mai sia occorso tanto tempo, oltre a una specifica prescrizione dell’ultima legge finanziaria, per procedere a un adempimento che risponde, prima che a ogni disposizione normativa, a elementari esigenze di trasparenza amministrativa e di informazione nei confronti dell’opinione pubblica; dall’altro, si deve valutare positivamente la divulgazione per la prima volta di una panoramica completa degli incarichi professionali attribuiti dal principale ente irpino”. E’ questo quanto si legge in una nota di Luigi Caputo del Comitato politico regionale PRC Campania. “La questione – sottolinea Caputo – ha infatti una sua storia, e in questa storia un ruolo di rilievo è stato svolto negli scorsi anni dal PRC, che fin dal 1999 promosse un’organica campagna di informazione, chiedendo a tutte le amministrazioni pubbliche presenti sul territorio di rendere noti i dati in loro possesso. Ci scontrammo in quella fase – ricorda – con diffuse, sorde resistenze e pervicaci opposizioni, sfociate talvolta in vicende giudiziarie i cui strascichi arrivano fino ad oggi. E tuttavia, soprattutto grazie alla determinazione del compagno Giovanni Maraia, riuscimmo a portare al centro della discussione pubblica (la stampa coniò per l’occasione il termine “Incaricopoli”) un tema di oggettiva rilevanza politica. E i fatti ci diedero ragione. Riuscimmo infatti a portare alla luce una realtà caratterizzata da intrecci inestricabili tra livello politico ed amministrativo e da una concentrazione di incarichi, in alcuni casi di portata davvero abnorme, in capo agli stessi professionisti”. Fin qui la memoria. E il presente? “Oggi dobbiamo purtroppo constatare – dichiara ancora Caputo – che questa tematica è oggetto di una indecente speculazione delle destre, che l’hanno immessa nella loro campagna di delegittimazione nei confronti della pubblica amministrazione e di chi in essa opera, verso cui si cerca di deviare (secondo un abusato schema reazionario che sostituisce al conflitto verticale quello orizzontale, tra soggetti cioè che versano nelle stesse condizioni) il malessere dei ceti popolari in realtà alimentato dal governo stesso. La stessa strumentalizzazione – incalza – potrebbe aversi, naturalmente in forme e dimensioni diverse, anche in Irpinia, dove una destra da sempre a corto di idee può essere indotta, come alcuni casi già rivelano, a individuare nella questione incarichi una facile scorciatoia per acquisire posizioni di vantaggio in vista delle elezioni amministrative del prossimo anno”. Ed anche in considerazione di ciò, non manca la stoccata alla dirigenza provinciale del Prc, colpevole in questi anni di: “Aver relegato nel dimenticatoio l’importante opera condotta dal partito fino al 2005. Una bandiera della trasparenza che deve essere ripresa dai soggetti politici – aggiunge – in grado di inserirla all’interno di una visione critica, sottraendola allo scandalismo ipocrita ed opportunistico di chi non ha nessun titolo per dare lezioni agli altri e, soprattutto, indirizzandola in una direzione progressiva e non di conservazione dell’esistente, che nello specifico significa riforma, e non demolizione della Pubblica Amministrazione, a partire da una democratizzazione delle procedure che presiedono all’assegnazione degli incarichi, oggi gestiti per lo più in solitudine e senza controllo dagli organi di vertice politici o burocratici e, soprattutto – conclude – da una drastica riduzione delle consulenze, la quale presuppone la valorizzazione delle figure interne all’apparato pubblico”.

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