Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli ha oggi eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Napoli nei confronti di sette persone a conclusione di indagini
della Direzione Distrettuale Antimafia in relazione ad ipotesi di reato quali associazione di stampo mafioso, estorsione, illecita concorrenza, intestazione fittizia di beni, riciclaggio e reimpiego di proventi illeciti.
Contestualmente, sono stati sottoposti a sequestro preventivo beni per un valore complessivo di oltre dieci milioni di euro, tra cui undici società, diversi immobili, svariati automezzi ed un’imbarcazione; beni che, sulla base degli elementi finora raccolti, risulterebbero direttamente o indirettamente collegati alle predette attività delittuose.
I provvedimenti scaturiscono da complesse indagini condotte su alcuni affiliati di spicco del clan camorristico denominato Vinella Grassi, storicamente attivo nell’area nord di Napoli, dapprima satellite del gruppo criminale dei Di Lauro, quindi confluito nel cartello scissionista degli Amato Pagano, sino a diventare autonomo e potente clan dopo la sanguinosa faida del 2012-13 che ne ha segnato la vittoriosa contrapposizione agli Abete-Abbinante.
In base alle investigazioni M.A., considerato capo dell’organizzazione camorristica Vinella Grassi, sebbene sottoposto al regime detentivo dell’art. 41bis O.P., ha mantenuto saldo il controllo dell’organizzazione e delle sue strategie di reinvestimento dei profitti delle relative attività delinquenziali in società operanti soprattutto (ma non solo) nel settore della vigilanza privata e in quello immobiliare.
L’espansione commerciale delle imprese riferibili al clan risulta proiettata anche nei settori d’impresa collegati all’emergenza sanitaria da Covid-19, risultando l’acquisizione di incarichi nel campo della sanificazione dei locali.