Nusco – A.Tecnology: oggi i sigilli all’immobile. La Cisl attacca

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Nusco – A.Tecnology: il giorno della verità. Cisl e Fim-Cisl tentano l’impresa a poche ore dalla riconsegna dell’immobile alla società Taema dopo lo sfratto notificato dal Tribunale di Sant’Angelo dei Lombardi. “Ancora una volta – afferma il sindacato – la burocrazia rischia di compromettere i processi di sviluppi del territorio e nel caso della A.Tecnology siamo di fronte ad un’azienda che ha commesse e dà lavoro a 140 dipendenti”. Lo stabilimento di Nusco è impegnato nella produzione di componentistica ad alta tecnologia destinata alla Brera, alla Ferrari, alle Ferrovie dello Stato. “A causa di cavilli procedurali, però, la giornata di oggi rischia di essere caratterizzata da forti tensioni. Insieme ai lavoratori, infatti, giungeranno in fabbrica anche i Carabinieri per apporre i sigilli all’opificio. La Cisl e la Fim si appellano, dunque, al senso di responsabilità delle Istituzioni che possono scongiurare la chiusura della fabbrica, sollecitando tutti i provvedimenti idonei a far sì che un procedimento burocratico non si trasformi nella perdita del posto di lavoro per 140 dipendenti e, insieme, in un problema di ordine pubblico. Viviamo una fase di grande difficoltà sul piano generale e in particolare per lo sviluppo delle regioni meridionali e dell’Irpinia: assistere allo smantellamento di una fabbrica in salute, oltre ad essere un vero assurdo dal punto di vista logico, costituirebbe la rappresentazione caricaturale di un territorio incapace sul piano politico-istituzionale di difendere e tutelare la proprie realtà produttive”. L’impasse della A-Tecnology risale all’estate scorsa. Il Tribunale avviò già allora la procedura per la restituzione del capannone in cui opera l’azienda: una richiesta determinata da presunte anomalie e irregolarità del contratto di fitto attraverso il quale l’azienda occupava lo stabilimento dell’area industriale di Nusco che, in passato, era stato di proprietà della ex Taema. Un provvedimento che fece scaturire la mobilitazione di amministratori, lavoratori e sindacati, pronti ad intraprendere azioni a salvaguardia dell’attività produttiva e del futuro occupazionale delle maestranze. Allora si intravide un piccolo barlume di luce.Per i lavoratori, il 15 febbraio, potrebbe essere il giorno più lungo.

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