Alfredo Picariello – Nuovo presidente per il Consorzio “Diversi Vignaioli Irpini”: è Maura Sarno. Della serie, certi amori ritornano, la titolare della cantina vitivinicola “Tenuta Sarno 1860” è stata rieletta alla guida di “Di.Vi.” dopo due mandati consecutivi in passato. Una carica importante per l’imprenditrice irpina, di grande prestigio ma anche di responsabilità, visto che l’obiettivo principale del Consorzio, nato nel 2011, è promuovere il vino di qualità del territorio irpino cercando di fare “massa critica”, per garantire alle cantine consorziate un maggiore potere contrattuale nei confronti di fornitori, banche e partner cercando, al tempo stesso, di sviluppare o ampliare nuovi canali commerciali.
Oggi, dopo aver consolidato gli obiettivi iniziali, il Consorzio punta ad aumentare la visibilità delle cantine consorziate all’estero. Sarà questa la mission di Maura Sarno: incrementare l’export del vino irpino.
“Il commercio estero – dichiara il neopresidente – per molti Paesi rappresenta un’importante fetta del PIL nazionale. In Italia il made in Italy è un fiore all’occhiello. L’export del vino italiano, grazie soprattutto alle caratteristiche geografiche della penisola, che permettono la coltivazione della vite in tutte le regioni, ha un’importanza fondamentale, ad oggi sta raggiungendo performance importanti, complici la ripresa mondiale e il rinnovato fascino del brand Italia. Le esportazioni vinicole tricolori hanno registrato a luglio un ulteriore balzo in avanti arrivando a sfiorare i 4 miliardi di euro, valore che rende sempre più a portata di mano il traguardo dei sette miliardi auspicati a fine anno. I vini Dop registrano nel primo semestre (+17% ), trainati sia dal segmento dei fermi (+15%) sia da quello degli spumanti (+27%)”.
“Il fenomeno dell’esportazione – prosegue Maura Sarno – è il principale fattore competitivo per acquisire all’interno dell’azienda un orientamento a lungo termine, caratterizzato da una maggiore rapidità nei processi decisionali nell’organizzazione. E’ doveroso, quindi, considerare quali siano le strategie che le aziende decidono di adottare per riuscire a diventare competitive nel panorama internazionale. Mi aspetto inoltre nuove adesioni, al fine di compattare ulteriormente il gruppo e renderlo più forte e competitivo a livello internazionale”.
Per entrare a far parte dell’associazione ci sono regole comunque molte restrittive, ovvero una produzione aziendale che non superi le 100.000 bottiglie e, soprattutto, l’alta qualità dei vini prodotti (Fiano di Avellino, Greco di Tufo e Taurasi) che, grazie ai loro differenti territori di elezione, presentano caratteri unici e “diversi” fra di loro. Le aziende, oltre ad avere una cantina di proprietà, devono vinificare uve proprie, al fine di garantire la provenienza delle uve da territori autoctoni. Un Consorzio, dunque, decisamente made in Irpinia. Pronto a rilanciare la provincia di Avellino.