Nuovo clan Graziano, le difese in aula: insussistente la tesi sull’associazione

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AVELLINO- La difesa dei presunti vertici del Nuovo clan Graziano ha contestato la sussistenza degli elementi per la contestazione di associazione a delinquere di stampo camorristico. Nelle arringhe difensive davanti al Collegio presieduto dal giudice Gian Piero Scarlato, l’avvocato Raffaele Bizzarro (che difende i fratelli Fiore e Salvatore Graziano), l’avvocato Sabato Graziano (che difende Antonio Mazzocchi) e l’avvocato Bibiana Iannaccone (che difende Rega Domenico Lodovico) hanno contestato l’impianto della presunta associazione. A partire da Bizzarro, che per un ora e mezza ha messo in evidenza come al di là di due episodi estorsivi, sui quali lo stesso Gup del Tribunale di Napoli ha riconosciuto il metodo mafioso, giudicando carenti invece gli elementi per un’associazione, si fonda la prova che la contestazione sia insussistente. Del resto, il fatto stesso che il ruolo di Salvatore Graziano sia risultato estraneo al contesto associativo, pone anche dei limiti numerici all’associazione, ridotta a tre persone. Mancherebbero del tutto altri elementi sintomatici della stessa. Il riferimento alle armi, nonostante non ci sia stato alcun sequestro, lo scontro con la famiglia Cava, per cui a seguito della scarcerazione di Cava Salvatore non ci sono stati eventi di natura violenta e sullo sfondo la mancanza di assoggettamento e di tutta una lunga serie di elementi che possono far pensare ad un’associazione a delinquere. Una “penuria indiziaria” cosi’ l’ha definita il penalista Sabato Graziano, che pur ammettendo che storicamente una organizzazione esistesse e’ del tutto improbabile quella che invece viene proposta nei capi di imputazione e nella richiesta della Dda. Anche per lo stesso ruolo di Mazzocchi Antonio. Il quale secondo la tesi dell’Antimafia avrebbe rotto con il cognato Adriano Graziano perché non condivideva la strategia sullo scontro con il clan Cava per stringere un accordo con i fratelli Fiore e Salvatore Graziano, che la guerra con il clan Cava, per come è emerso negli atti processuali non l’avevano proprio fatta. Un controsenso. A cui il penalista aggiunge anche le dichiarazioni di Graziano Felice, il collaboratore di giustizia che ha escluso di essere a conoscenza della partecipazione di Mazzocchi a reati commessi da parte del clan Graziano. Il pm Luigi Landolfi ha chiesto di poter replicare alle argomentazioni della difesa. L’udienza per le repliche e la sentenza e’ prevista il prossimo 2 dicembre.