Nuovo clan Graziano, l’Antimafia invoca condanna a ventuno anni per i due presunti capi

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Nella foto i pm Luigi Landolfi e Simona Rossi
Nella foto i pm Luigi Landolfi e Simona Rossi

VALLO LAURO- L’Antimafia invoca tre pesanti condanne per associazione a delinquere di stampo camorristico per i due presunti capi e un affiliato al “Nuovo Clan Graziano”, operativo tra il 2017 e il 2019 nel Vallo di Lauro e sgominato da un’operazione dei Carabinieri del Nucleo Investigativo. Il pm Luigi Landolfi, che ha coordinato le indagini insieme alla pm Simona Rossi sul clan quindicese, ha concluso la sua requisitoria davanti al Tribunale Collegiale di Avellino (presidente Scarlato, a latere Calabrese e Corona). Sessanta anni di reclusione in totale quelli chiesti dal magistrato che ha depositato già da mesi una memoria di piu’ di cento pagine, un atto di accusa nei confronti del clan.

LE RICHIESTE DELL’ANTIMAFIA
Il pm Landolfi ha letto in aula le richieste finali. Graziano Salvatore, in relazione al capo A dell’imputazione, l’ assoluzione per non aver commesso il fatto, almeno ai sensi dell’art. 530 comma 2 c.p.p (con formula dubitativa), per Graziano Fiore, in relazione al capo 1) dell’imputazione, riconosciuto il ruolo di capo e promotore, ritenuto di non potergli concedere le attenuanti generiche per la sua personalità e per la gravità dei fatti, oggetto d’imputazione, aumentata la pena per la recidiva specifica e reiterata, esclusa l’aggravante di cui al comma 6 dell’art. 416 bis c.p. ha invocato una condanna alla pena di anni ventuno di reclusione, per Mazzocchi Antonio, in relazione al capo 1) dell’ imputazione, riconosciuto il ruolo di capo e promotore, ritenuto di non potergli concedere le attenuanti generiche per la sua personalità e per la gravità dei fatti, oggetto d’imputazione, aumentata la pena per la recidiva specifica reiterata, esclusa raggravante dicui al comma 6 dell’art. 416 bis c.p…la condanna alla pena di anni ventuno di reclusione. Per Rega Domenico Ludovico in relazione ai capi 1), 2 e 3) dell imputazione, unificati reati sotto il vincolo della continuazione sub 1) reato più grave, ritenuto di non potergll concedere le attenuanti generiche per la sua personalità e per la gravità dei fatti, oggetto d’imputazione, aumentata la pena per la continuazione e la recidiva specifica reiterata ed infraquinquennale, esclusa l’aggravante di cui al comma 6 dell art, 416 bis c.p. la condanna alla pena di anni diciotto di reclusione.

LA NASCITA DEL NUOVO CLAN GRAZIANO
“Le vicende estorsive addebitate agli imputati sono una testimonianza oggettiva della operativita camorristica del clan Graziano” ha concluso il pm Landolfi, aggiungendo: “il sodalizio si presentava con una nuova compagine organica, i cui ruoli apicali erano ricoperti da Graziano Fiore in parallelo, con Mazzocchi Antonio, e da Graziano Salvatore, sebbene in una posizione sottordinata rispetto ai primi”. Questa la compagine disegnata ed emersa dalle indagini del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino. Nonostante le difficolta’ anche nella captazione: “La mancanza di un copioso e diretto materiale intercettivo a carico dei fratelli Graziano non sminuisce le responsabilità degli stessi poiché, per l’esperienza criminale acquisita nel tempo.e durante le precedenti indagini a loro carico, Graziano Fiore e il fratello Salvatore hanno
affinato le loro tecniche per eludere eventuali monitoraggi della PG.operante, i loro incontri con gli altri sodali sono stati difficili da intercettare, usando “comunicazioni criptate” e “pizzini””.

MAZZOCCHI ELEMENTO OPERATIVO E DINAMICO
Nella sua memoria il pm Landolfi ha segnalato pure come le intercettazioni e le indagini: “hanno evidenziato che Mazzocchi Antonio è l’elemento piu operativo e dinamico dell’ organizzazione nella progettazione e nel compimento di azioni di minaccia e violenza anche implicanti l’ uso di armi. La sua condotta al vertice dell’ organizzazione criminale oggetto d’ imputazione emerge, altresi dalle risuitanze delle numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali intercorse con la.moglie Graziano Rosaria con gli altri imputati”. Ha anche rilevato come : “Mazzocchi …è stato inoltre il principale fautore dei propositi omicidiari nei confronti di Cava Salvatore e di Fusco Rosalba. Per questo motivo, nel corso degli anni, ha interrotto ogni tipo di legame con il cognato Graziano.Adriano Sebastiano, giudicato incapace di guidare il sodalizio, per coalizzarsi con i fratelli Graziano Fiore e Salvatore, allo scopo di rivitalizzare il cian Graziano. Particolarmente rilevanti sotto il profilo probatorio sono le conversazioni che evidenziano i contrasti e la conseguente scissione da Graziano Adriano Sebastiano, nonché la viva contrapposizione con gli esponenti del clan Cava. Gia’ nelle precedenti indagini sul clan GRAZIANO, era stata documentata, come sopra anticipato, la “scissione” del cd. gruppo di Bosagro”. Per cui il pm Landolfi ha concluso : “Alla luce di quanto riportato si ritiene che si sia raggiunta la piena prova della colpevolezza degli imputati Graziano Fiore, Mazzocchi Antonio, e Rega Domenico Lodovico , in relazione ai fatti. Nessuna rilevanza probatoria assumono, al riguardo, le dichiarazioni rese dagli stessi imputati Graziano Fiore e Rega Domenico Ludovico all’udienza del 28 maggio 2024 in quanto gli stessi in sede di sponta nee dichiarazioni si sono limitati ad a ffermare la loro estraneità ai fatti oggetto ď’imputazione, negando di aver fatto parte del sodalizio criminoso, oggetto d imputazione, senza fornire alcun elemento oggettivamente valuta bile che fosse in grado di intaccare il granitico quadro probatorio emerso a loro carico nel corso dell’istruttoria”. Sono iniziate le arringhe difensive dei legali dei quattro imputati, i penalisti Raffaele Bizzarro, Sabato Graziano e Antonio Iannaccone.