Ecco il testo della lettera inviata da Nicola Giordano, dell’Udc al sindaco di Avellino in merito ad appalti e opere pubbliche. “Negli ultimi giorni noto con piacere come Lei sia tornato quello dei primi tempi, quello che, con piglio decisionista, quasi dirigista, sosteneva con convinzione che avrebbe messo le cose a posto, avrebbe dato nuovo slancio alla città, avrebbe dato vita, grazie alla sua comprovata autonomia, ad una nuova Avellino. Di questo me ne compiaccio. Approfitto, allora, di questo ritrovato vigore per sottoporLe una questione tutt’altro che secondaria. Lo faccio a mo’ di spunto, come suggerimento per evitarLe di incorrere in qualche errore di cui potrà essere chiamato a rispondere in futuro. Partiamo da una dichiarazione. L’ha rilasciata Lei. Non in veste di sindaco. Ma di direttore dell’Associazione Costruttori di Avellino. Correva l’anno 2012. “Ricorrere al massimo ribasso per cantierare le opere pubbliche sarebbe un errore. Prima di tutto perché le opere potrebbero non rispettare i criteri necessari alla realizzazione. E, poi, soprattutto, si presterebbe il fianco ad ingressi negli appalti illegali e legati alla camorra”. Questo lo diceva Lei quando era dall’altra parte della barricata ed io ero assessore a Piazza del Popolo. E con Lei si levò il coro dei sindacati, delle associazioni di categoria, degli ordini professionali. Data questa premessa, ci si sarebbe aspettati che, una volta diventato sindaco, Lei avrebbe inaugurato la nuova stagione anche in fatto di appalti con criteri di aggiudicazione diversi, di segno opposto. Il fervore con cui condusse quella battaglia, solo due anni fa, lasciava presagire un cambio di rotta totale. E invece? Invece, a dare una rapida scorsa ai lavori finora affidati o in via di affidamento – e non ci vuole molto, dato l’esiguo numero di gare espletate fin qui – il criterio del massimo ribasso la fa da padrone. Per Sua contezza, faccio una veloce ricapitolazione: riqualificazione frazione Bellizzi, lavori per circa due milioni di euro. Criterio? Massimo ribasso; riqualificazione di Corso Europa, lavori per circa un milione e duecentomila euro. Criterio? Massimo ribasso. E poi la famigerata Piazza Libertà: lavori per quattro milioni di euro. La gara è in via di espletamento. Circa 115 le offerte arrivate in Comune. Criterio per l’aggiudicazione? Massimo ribasso, di nuovo. Ecco, su questo caso è giusto soffermarsi. Il rifacimento di Piazza Libertà dovrebbe essere il punto qualificante della sua azione amministrativa, caso emblematico in cui si sarebbe dovuto applicare il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Invece no, ancora il massimo ribasso. Il tutto, stranamente, nell’assordante silenzio di chi, solo due anni fa, imbracciava il vessillo della legalità e della trasparenza. Mi permetta, allora, di porLe un interrogativo: chi è il Paolo Foti vero? Quello che faceva la guerra al massimo ribasso o quello che oggi fa del massimo ribasso un modus operandi della sua amministrazione?”
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