Alpi – “Nessuno tocchi l’Irpinia. Altrimenti faremo coriandoli delle nostre tessere elettorali”. Chiara e diretta, come sempre. E senza peli sulla lingua. Ilaria Petitto, imprenditrice del settore vitivinicolo irpino famosa in tutto il mondo, ama la sua terra, ama la provincia di Avellino. Ed è pronta a difenderla a denti stretti, senza fare “sconti” a nessuno. A partire da Chianche, dove si vorrebbe realizzare il biodigestore nell’area al cui interno si produce uno dei migliori vini del Paese e non solo: il Greco.
Ilaria Petitto parte da un dato, da una presa di coscienza che, però, non la fa arrendere. “Sono consapevole – dice – che le nostre voci espresse in più occasioni, restano del tutto inascoltate. Del resto gli imprenditori irpini assomigliano sempre di più ad eroi solitari che combattono una battaglia personale contro le istituzioni sempre più insensibili ed avulse dalla realtà, trincerate dietro la scusa della burocrazia che è diventata alibi per bloccare ogni forma di sviluppo e di iniziativa”.
La titolare di “Donna Chiara” non lesina stoccate. “Poi improvvisamente enti inattivi o inefficienti si svegliano ed assumono decisioni determinanti per il futuro di un territorio a forte vocazione agricola, con una maggioranza risicata e con 4 consiglieri che abbandonano l’adunanza. Parlo dell’Ato ovviamente di cui per altro mi era capitato di leggere un articolo recentemente circa la delicata questione della gestione ambientale in Irpinia. Si tratta di un capitolo delicatissimo a livello economico, sociale e industriale in Irpinia, per la crisi di Irpiniambiente spa alle prese con difficoltà finanziarie spiegate dall’azienda per il mancato gettito da parte di alcuni Comuni definiti ‘morosi’”.
“A complicare il quadro, la rescissione contrattuale subita dalla società interamente partecipata dalla Provincia con pronunciamenti del Tar Campania e del Consiglio di Stato che hanno sancito la possibilità dei Comuni di affidare liberamente il servizio di igiene urbana, in attesa del riassetto gestionale da parte dell’Ato. Questi sarebbero dunque gli attori a cui sarebbe demandata la gestione del biodigestore da realizzare in uno dei tre areali delle docg irpine? Grazie alle quali, questa provincia, pressoché sconosciuta, brilla invece nel mondo grazie all’eccellenza dei suoi vini, tra cui punta di diamante indiscussa almeno per quel che riguarda le vendite è appunto il Greco di Tufo”.
“Credo che la questione meriti approfondimenti ben diversi da quanto è stato fatto fino ad ora e che i pareri degli esperti c’entrino ben poco , in questo caso esiste un’evidenza pubblica e conclamata dell’inadeguatezza del sito”.
“La politica – conclude Ilaria Petitto – dovrà assumersi le sue responsabilità su questa questione, perché è vero che siamo un popolo poco avvezzo alla rivoluzione e che si è fatto andar bene tutto, anche di essere governato da persone poco competenti e inesperte. Tuttavia noi persone comuni che producono e creano sviluppo e lavoro vogliamo almeno essere lasciate in condizione di promuovere da soli e contro tutti, il nostro territorio. Quindi non toccateci l’Irpinia altrimenti faremo coriandoli delle nostre tessere elettorali”.