Avellino – Per Nicola Micera quello di oggi è stato il giorno degli annunci e delle precisazioni. Da ieri infatti non è più Assessore all’Annona del Comune di Avellino e proprio per chiarire questa e altre questioni ha convocato una conferenza stampa. Una doccia – quella della revoca piovuta addosso al fondatore del “Movimento di Centro per Avellino” – che tanto fredda non è stata.
LA REVOCA E LA SUA ‘SCINTILLA’
La notifica della revoca dell’Assessorato è arrivata ieri mettendo un punto e a capo ad una crisi cominciata mesi addietro, molto probabilmente in concomitanza con la dichiarazione di autonomia di Nicola Micera in seno al Consiglio Comunale e con la fondazione del movimento civico – culturale. O forse è ancora più datata. Questa non è infatti la prima revoca che il sindaco Giuseppe Galasso ha notificato all’ormai suo ex Micera. Nel 2007, il primo cittadino avellinese adottò lo stesso provvedimento “perché io, insieme al mio gruppo consiliare sollevammo dei dubbi riguardo l’utilità del tunnel e sull’insieme dei servizi offerti dalla macchina comunale alla città” – ha spiegato Micera. Un provvedimento che però fu temporaneo dal momento che, dopo un mese, l’Assessore fu reintegrato in giunta.
Ma quello di ieri, è un empasse destinato a segnare una svolta nei rapporti tra Micera e Galasso così come con tutto il Partito Democratico. “Galasso ha revocato la delega ad un Assessore eletto dal popolo, perché io non sono stato cooptato da nessuno ma sono stato voluto dagli elettori. Lascio a loro il compito di giudicare tale provvedimento, su cui tra l’altro sollevo seri dubbi di legittimità, essendo privo di qualsiasi motivazione formale. Ma non intendo impugnarlo: ormai è tardi e sarebbe inutile e controproducente”.
Originariamente udeurrino, Micera lo scorso anno, a seguito delle ‘catastrofiche’ elezioni politiche che hanno visto scomparire dai banchi parlamentari esponenti dell’Udeur, ha abbandonato il partito e, ritenendo inopportuno farsi ‘adottare’ da qualche altro, ha dichiarato la propria autonomia politica fino ad arrivare a fondare, lo scorso dicembre, “Movimento di Centro per Avellino”.
L’ANNUNCIO: IL MOVIMENTO DI CENTRO NELLA CORSA ALLE COMUNALI
Micera ha confermato poi la propria intenzione a scendere in campo per le prossime elezioni comunali proprio con il neonato Movimento di Centro. Si è riservato però sulle vesti con cui si presenterà – “è una decisione ancora in corso di maturazione”.
“Movimento di centro per Avellino” è un progetto che Micera ha definito come una “scelta culturale e una battaglia civica a cui tra l’altro hanno già aderito diverse personalità della società civile, casalinghe, pensionati, professori, professionisti”. Ma al di là della società civile al momento nessun membro del consiglio né tanto meno della giunta ha manifestato la propria intenzione ad unirsi a questo progetto. E di questo Micera non sembra per niente preoccupato né rammaricato perché, sostiene, il suo è un movimento che vuole mettere di nuovo al centro dell’interesse il cittadino e la società civile.
È proprio in quest’ottica che il “Movimento di centro per Avellino” sarà presente con dei gazebo domani mattina per le strade cittadine per ascoltare la cittadinanza e raccogliere le loro proposte.
Smentisce qualsiasi connotazione politica, Micera, che ha definito il movimento come una forza civica equidistante sia dalla destra che dalla sinistra. “Un movimento che – ha affermato– è aperto al dialogo con chiunque condivida lo stesso progetto”. La proposta si sostanzierà nei mesi a venire nella redazione di un programma che miri al rilancio economico della città, come obiettivo prioritario per una “città affondata e sommersa da cantieri”. Perché l’economia avellinese, ha denunciato Micera, ha sofferto tantissimo in questi anni per la forsennata corsa alle grandi opere “ma non è così che si irrobustisce il sistema economico di una città come la nostra”.
E proprio sul tema del rilancio economico, Micera presenta la sua ricetta: “Servizi ed eventi. Va fatta un’operazione di miglioramento della città fin dalle sue fondamenta economiche, bisogna riqualificare le periferie, creare corsi di formazione e scuole di specializzazione, stanziare fondi per gli eventi culturali: l’economia cittadina può ingranare la marcia solo se si riesce a portare gente in città, se si aprono le porte. Perché le grandi opere possono anche andar bene ma se la città resta chiusa nelle sue quattro mura non servono a niente”.
E su questo punto Micera prende ancora di più le distanza dal sindaco Galasso “perché – dice – noi non facciamo un ragionamento di ideologia ma di programma. Guardiamo ai fatti. Galasso si interessa solo di cantieri, io non ce la faccio più a vedere morire sotto i ‘lavori in corso’ la mia città”.
IL PD… “QUEL CIMITERO DI ELEFANTI”
Sarebbe un aut aut, quello di fronte a cui si sarebbe trovato Micera pochi giorni fa durante la conferenza programmatica del Partito Democratico, “dove ho soltanto visto un cimitero di elefanti”.
Il Pd, che “già aveva mal sopportato la sua ‘dichiarazione di indipendenza’” gli avrebbe fatto capire “Scegli: o dentro o fuori”. Ma Micera ha tenuto a confermare una “politica di coerenza” continuando a proclamare la sua autonomia fino all’ultimo e cioè fino al giorno della sua revoca. Un atto che, a un mese dalla presentazione delle liste per le elezioni comunali, Micera ha definito ‘di disperazione’ e puro dispositivo di campagna elettorale.
“Non si può fare forza sulla propria carica istituzionale per paventare la campagna elettorale”. Un atto che sancisce in via definitiva la rottura di qualsiasi speranza di dialogo “con chi questo dialogo non lo ha voluto pur essendo stato io sempre disponibile”. Nulla sarebbe quindi recuperabile. Però uno spiraglio Micera se lo è riservato: “Penso che l’unica cosa su cui si possa continuare a sperare sia una sintonia nei programmi”. (di Oderica Lusi)