Roma – Dal presidente dell’Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, convocato oggi alla Camera per essere sentito dalla Commissione VIII, arrivano critiche al ruolo dell’ad di Ferrovie dello Stato come commissario delle grandi opere nel Mezzogiorno, tra cui la rete dell’Alta Capacità tra Napoli e Bari che comprende il tratto irpino e la stazione Hirpinia nel tracciato tra Apice e Orsara.
Cantone ha messo il dito nel ruolo assegnato dal decreto al numero uno delle Ferrovie dello Stato, Michele Elia. Nel dl Sblocca Italia, Cantone ha riferito che “… si dà all’ad di Fs il potere di rielaborare progetti già elaborati. Si fa fatica a capire la norma nel suo senso più profondo perché non serviva una norma di legge per questo”.
Quindi “la norma più problematica” della disposizione che prevede che l’ad di Fs diventi commissario per la realizzazione dell’alta velocità sulla Napoli-Bari e sulla Palermo-Catania-Messina “… riguarda i rapporti con gli enti locali, con la possibilità di ottenere autorizzazioni con le conferenze dei servizi. Si prevede che se l’intesa non si raggiunge vale la decisione del commissario. L’ad di Fs di fatto così si sostituisce alle autorizzazioni ambientali ed è una scelta problematica. Sarebbe interessante trasferire in via politica la decisione in caso di mancato raggiungimento dell’accordo”.
E ancora, “… questa è la norma che maggiormente necessita di contrappesi. Credo che sia problematico lasciare la scelta di valutazioni come l’impatto ambientale all’amministratore delegato di Ferrovie. Penso che il contrappeso più pesante vada fatto imponendo che nei bandi venga inserita la clausola del rispetto della legge Severino”. Anche perché “… si tratta di cantieri in cui, essendoci un significativo movimento terra, c’è un alto rischio di infiltrazioni mafiose“. Quanto alle norme sugli appalti per Cantone “… vanno nel senso giusto, sbloccando gli appalti con il meccanismo della responsabilizzazione dei concessionari”.