Mugnano del Cardinale – Si conclude col lieto fine il caso diossina. Dopo i tanti allarmismi sollevati dall’Apat e le prese di posizione da parte del sindaco Giovanni Colucci, finalmente potrà essere posto un sigillo alla questione. Ma ricapitoliamo le tappe che hanno portato all’archiviazione del caso. Lo scorso gennaio, l’Apat, agenzia per la protezione dell’ambiente e servizi tecnici, inviò al Comune di Mugnano del Cardinale un rapporto dettagliato sulle condizioni territoriali di località Litto. Dalla relazione emerse che l’intera area era infestata da diossina. Scatta l’allarme tra la popolazione. Tempestivo l’intervento dell’amministrazione con opere di bonifica e campionature del suolo e dei corsi d’acqua. Passano i mesi e dell’equipe dei geologi e ambientalisti dell’Apat nemmeno l’ombra. Un primo ciclo di accertamenti da parte dell’ente portò al sequestro dall’area e ad ulteriori verifiche. Ma l’Apat non farà mai giungere i risultati delle campionature agli Uffici Comunali. Per ammorbidire i toni e rassicurare la cittadinanza, il primo cittadino dispose delle analisi del territorio incriminato a spese del Comune. I prelievi, effettuati da esperti dell’Università degli Studi di Napoli e dell’Asl locale, hanno dato il responso sperato: non c’è alcuna traccia di diossina in località Litto. E intanto l’Apat non ha ancora reso noti i propri risultati. Tira un sospiro di sollievo il sindaco Colucci: “E’ increscioso credere che un ente come l’Apat abbia commesso un tale errore. Ma ancora più sconcertante è la segretezza con la quale ha condotto le proprie verifiche in località Litto. Ad oggi, non sono giunte alcune comunicazioni, da parte dell’Apat, che confermino la concentrazione della sostanza tossica nel nostro territorio. Sono stati i prelievi svolti dal team competente assunto dal Comune che ha decretato il verdetto tanto atteso. Insomma, da un equivoco è nata una questione che per sei mesi ha tenuto l’intera comunità col fiato sospeso. Nessun tasso elevato di inquinamento da diossina in località Litto, nessuna pericolosità per i nostri cittadini”. Insomma, si conclude con l’happy end e con la soddisfazione del primo cittadino il capitolo ‘Tdi’. Sottoposta a dissequestro l’area delle sorgenti, ora Colucci attende dall’Apat non solo “le scuse per una gaffe che ha tenuto sul chi va là tutta la popolazione, ma anche il rimborso per le spese della campionatura affettuata dal Comune”. (di Marianna Marrazzo)
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