Montoro Inf. – Aumento Rsu: Carratu si appella alla Corte dei Conti

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Farà ricorso alla Corte dei Conti il sindaco di Montoro Inferiore, in seguito agli ulteriori rincari dei costi di smaltimento rifiuti.
Sotto accusa, ancora una volta Irpiniambiente, artefice secondo Salvatore Carratu dell’aumento indiscriminato della quota smaltimento Rsu avallati con Deliberazione del Commissario Straordinario della Provincia di Avellino nr. 142 del 10.06.2013.
“E’ superfluo – spiega il primo cittadino – sottolineare che i Comuni, per garantire il raggiungimento dei livelli minimi di raccolta differenziata, sono già costretti a sostenere costi esorbitanti per lo smaltimento della frazione umida rispetto alla media nazionale. La decisione della Provincia di aumentare a 193,39 €/T, oltre oneri per legge, è un’altra tegola che cade sulla testa dei cittadini che, dopo l’introduzione della TARES da parte del Governo centrale, subiscono un aumento della pressione fiscale. Questo provvedimento rende vani tutti gli sforzi delle Amministrazioni Comunali e dei cittadini stessi per migliorare la qualità della raccolta differenziata e ridurre il costo complessivo dell’intero ciclo dei rifiuti, al fine di ridurne la tariffa. Aspetto deleterio, secondo il sindaco, “in contrasto con il dettame normativo in materia di contabilità pubblica”, è quello relativo alla definizione “provvisoria” del costo annuo di smaltimento che ha registrato aumenti indiscriminati con la recente delibera adottata dal Commissario Straordinario”.

In particolare il sindaco di Montoro Inferiore contesta alla Provincia:
Deliberazione nr. 3 del 28.09.2010 – ha determinato per l’anno 2010 il costo provvisorio in 109,00 €/T oltre oneri per legge;
Deliberazione nr. 4 del 30.09.2010 – ha approvato il Piano Industriale per la gestione dei rifiuti di competenza provinciale. Detto piano, di validità triennale, ha determinato per gli anno 2010-2011-2012, il costo provvisorio in 109,00 €/T oltre oneri per legge;
Deliberazione di Giunta Provinciale nr. 136 del 18.07.2011 e nr. 93 del 28.06.2012 – ha determinato il costo provvisorio per gli anni 2011 e 2012 in € 109,00 €/T, oltre oneri per legge;
Presa d’atto del costo medio per conferimento triennio 2010-2012 è stato in €/T 113,81 oltre oneri come per legge a fronte del costo provvisorio di 109,00 €/T;
Delibera Commissario Straordinario nr. 142 del 10.06.2013 che al termine del triennio di validità del Piano Industriale, sulla scorta dei dati forniti dalla società provinciale, fissa in € 193,39 €/T oltre oneri come per legge il costo provvisorio per il conferimento dei rifiuti presso gli impianti provinciali per l’anno 2013;

“Tali provvedimenti deliberativi – continua Carratu – mettono in crisi il sistema finanziario dei comuni che si vedono richiedere a conguaglio di questi “costi provvisori” ingenti importi che non trovano copertura nelle poste di bilancio e compromettono il rispetto degli equilibri fissati per legge. E’ indispensabile e necessario che il costo dello smaltimento dei rifiuti indifferenziati presso gli impianti provinciali sia definito in modo chiaro e certo all’inizio di ogni anno finanziario e supportato da apposite relazioni che ne giustifichino eventuali aumenti. Non si può assolutamente condividere il principio per il quale il costo per l’anno 2013 si incrementa rispetto alle pregresse annualità per la notevole riduzione/lavorazione del rifiuto indifferenziato conferito allo STIR da parte dei Comuni, a fronte di un elevatissimo costo di gestione. Oltre al danno dobbiamo subire anche la beffa! I Comuni potenziano il servizio di raccolta differenziata, i Cittadini aderiscono con solerzia ai progetti di selezione domiciliare dei rifiuti messe in campo dalle Amministrazioni Comunali e di contro sia i Comuni sia i Cittadini ricevono aumenti a fronte di una sostanziale conferma dei costi di gestione dello STIR. A tal proposito si ritiene doveroso segnalare alla Corte dei Conti tale anomala e ingiustificata lievitazione dei costi, che mette seriamente a repentaglio gli equilibri di bilancio dei Comuni interessati.
Si ricorda – conclude il sindaco – che il rapporto tra gli Enti locali e la società provinciale Irpiniambiente rientra nelle ipotesi fissate dal Codice degli Appalti, D. Lgs. nr. 163/2006, e pertanto necessita di apposito contratto, redatto con la forma dell’atto pubblico, che vada a disciplinare il rapporto tra le parti stesse nel rispetto delle norme della gestione dei soldi pubblici. Tenuto conto di quanto sopra si sottopone ai colleghi Sindaci viva preghiera di versare analogo impegno avverso questa ulteriore stretta tributaria e si invitano la Provincia di Avellino e la Regione Campania ad adottare tutti i provvedimenti necessari e di competenza per sospendere il conguaglio in aumento rispetto alla tariffa determinata per gli anni precedenti”.

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